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«....Il romanzo del Valcarenghi sintetizza in modo chiaro e semplice quello cui pochi hanno accennato appena, e che infine è nella coscienza di molti. Neera, Gerolamo Rovetta, Antonio Fogazzaro, Bruno Sperani, Filippo Turati, Memini non hanno potuto leggere le Confessioni di Andrea, senza provare una commozione profonda.

Filippo stette ancora muto. Egli rispondeva raramente a Berto Candriani; dacchè lo si era classificato per matto, Filippo lo lasciava parlare, e il più delle volte non ascoltava nemmeno le sue parole, col pensiero rivolto altrove. Così, se non fosse stata la necessit

I due competitori poi guerreggiaronsi a lungo in Germania; non discesero in Italia. Fu Ottone riconosciuto da Innocenzo l'anno 1200, ma vinto nel 1206 da Filippo.

E mi dicevi che le carceri sono attigue al palazzo di Giustizia? , e se Vostra Altezza ama davvero la sua Bovadilla.... E la mia Bovadilla, e la giustizia del mio regno; rispose con nobile accento la regina. Andiamo senza perdere un istante. Dov'è Filippo? Si cerchi del re.

Conosci Giove? sei forse entrato nelle sue grazie? No, lo conosco appena, e forse non lo conosco nemmeno. Potrebbe esser lui e non esserlo. Ce ne vedevo tanti, nel palchetto. Ho capito; l'Olimpo era a teatro; notò Filippo, con quel suo fare malizioso ed ingenuo. E poi, finita la stagione teatrale... Ne è cominciata un'altra ad un teatro di prosa.

Giselda non rispose, e coll'indice sottile indicò a Filippo una carta che doveva giuocare. Filippo obbedì. Andiamo, andiamo! esclamò il Candriani. È proibito immischiarsi nei giuochi degli altri. Il giuoco di Flopi è poi così pericoloso! La fanciulla non battè palpebra, e indicò a Filippo un'altra carta.

Ma giá, senza badare a quel fanciullo, erano stati eletti re in Germania Filippo di Svevia, fratello d'Arrigo VI figliuolo di Federigo I e capo cosí della casa e della parte ghibellina; e contra lui, Ottone giá duca di Sassonia e Baviera, e capo di parte guelfa.

Ma peggio fu, quando Filippo si vide comparire lo zio conte Roberto, del quale non aveva più avuto novella dopo l'incontro a Desenzano.

Da me, da me; rispose il capitano. Io dovevo ottenere da Gian Aloise che andasse in Francia, per un trattato d'alleanza, onde fosse a Giovanna e a Filippo impedito di regnare in Castiglia. E per questo partivi, come annunziava il Ximenes? , per salvarti. Anche il signor Almirante mi esortava a far ciò, per quanto danno gliene potesse venire.

Fedro, Capella, Porzio, il bolognese Filippo, il Volterano, il Madalena, Blosio, Pierio, il Vida cremonese, d'alta facondia inessicabil vena, e Lascari e Mussuro e Navagero, e Andrea Marone e 'l monaco Severo. 14 Ecco altri duo Alessandri in quel drappello, dagli Orologi l'un, l'altro il Guarino. Ecco Mario d'Olvito, ecco il flagello de' principi, il divin Pietro Aretino.