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E s'anime fide e devote d'un reciproco amor denno aver merto, dico ch'Olimpia è degna che non meno, anzi più che ancor, l'ami Bireno: 3 e che non pur l'abandoni mai per altra donna, se ben fosse quella ch'Europa ed Asia messe in tanti guai, o s'altra ha maggior titolo di bella; ma più tosto che lei, lasci coi rai del sol l'udita e il gusto e la favella e la vita e la fama, e s'altra cosa dire o pensar si può più preciosa.

Sempre dinanzi a lui ne stanno molte; vanno a vicenda ciascuna al giudizio; dicono e odono, e poi son giu` volte. <<O tu che vieni al doloroso ospizio>>, disse Minos a me quando mi vide, lasciando l'atto di cotanto offizio, <<guarda com'entri e di cui tu ti fide; non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!>>. E 'l duca mio a lui: <<Perche' pur gride?

Pingetemi raggiante dall'Empiro Degli Angiol la Regina che sorride: Dicesi che talor nel sacro giro Delle Rogazïoni alcun lei vide; Dicesi che commossa dal sospiro Di quell'anime semplici a lei fide, Col divin Figlio i campi benedisse, gragnuola per molti anni li afflisse. E belle son le supplici Pompe di penitenza in alto lutto, Quando da morbo orribile A gran terrore un popolo è condutto.

Sempre dinanzi a lui ne stanno molte; vanno a vicenda ciascuna al giudizio; dicono e odono, e poi son giu` volte. <<O tu che vieni al doloroso ospizio>>, disse Minos a me quando mi vide, lasciando l'atto di cotanto offizio, <<guarda com'entri e di cui tu ti fide; non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!>>. E 'l duca mio a lui: <<Perche' pur gride?

Entro al fin dei suoi monti e dei suoi mari Vigili ognuno, e il volo Sfreni al pensier, che fa temuti e chiari. Vedrete allor da l'uno a l'altro polo Sorger le genti, e avranno Per sentiero diverso un pensier solo; E, spento prima ogni desío tiranno Ed ogni error conquiso, Fide a Giustizia e a Libert

Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: vanno a vicenda ciascuna al giudizio, dicono e odono e poi son giù volte. «O tu che vieni al doloroso ospizio», disse Minòs a me quando mi vide, lasciando l’atto di cotanto offizio, «guarda com’ entri e di cui tu ti fide; non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!». E ’l duca mio a lui: «Perché pur gride?

Qui non est dubium ad alium non vigilat, quod, superatis nobis, posse expeditius et liberius sequi cogitationes et designa sua in provinciis asiaticis, in primis contra illustrissimam dominationem suam et alios dominios asiaticos, cum ipse fedifragus nemini fidem servet, aut juramentum teneat. Quin imo, spreta omni fide, violatoque juramento, multos dominios perdidit, et poenibus delevit.

Sed ne magis confutasse falsa quam vera comprobasse reprehenderer, in eo quo plus et operæ, et temporis posuisse, quam in hoc ipso, scilicet, ut assererem nostra: Theoremata de fide et ordine credendi publicum arripuere.

Resistite fortes in fide. Ov'è amist

Uno di questi foglietti così diceva: «Non prestar fede al generale Salimbeni». Un altro ancora proclamava: «Governo, ve fidè del generale Salimbeni, Recordève del Carmagnola». Un terzo riproduceva il rozzo disegno di una forca, con la scritta: «Per il general Salimbeni». Un ultimo infine insinuava: «Il tenente generale Salimbeni è giacobino coi figli ed adora solo l'oro,