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"Ti ricordi? ti ricordi?" Era una festicciuola di memorie pochissime meste, nessuna di dolore. Eravamo giunti a un tempo poco lontano, ad una notte vegliata festevolmente in tre Clelia, io ed Eugenio. Ed Eugenio nessuno voleva dire questo nome; ella voleva risparmiare a me la melanconia delle idee che vi si associavano io del pari. Ci guardammo in volto, poi chinammo gli occhi entrambi.

Parlamene almeno. Sta bene? Pensa spesso a me? Dove va stassera! Ih! Che gragnuola di domande! Sta benone, si ricorda perfettamente del signorino, e stassera va a una festicciuola in casa d'amici. Dovevo andarci anch'io, ma adesso che sei qui tu, ci rinuncio. Una festicciuola di questa stagione? Che vuoi?

Le carte segrete della Polizia e le cronache private offrono in questo un triste spettacolo della politica del Governo e delle inclinazioni reazionarie delle classi alta e bassa dei cittadini. L’alta, aggiogata al Governo, non poteva non parteggiare per esso: e vi parteggiava anche per la propria conservazione. Lo Stato era salute ed ordine; ogni avversario del Monarca, avversario della casta che con la monarchia faceva causa comune. La classe bassa, abbrutita dalla ignoranza, non era in grado di comprendere, e, compresolo, di discernere quel che fosse di vero nelle vaghe, contraddittorie notizie che giungevano fino ad essa; la quale nel più frivolo fatto del giorno, in una festicciuola, p. e., in uno spettacolo interno, tutta si assorbiva, ignara od incurante dei grandi avvenimenti di fuori. Ogni francese era un giacobino: ed il giacobino un anarchico, pronto a sconvolgere l’ordine sociale, a radere al suolo la chiesa, a manomettere la propriet

Circa un anno dopo la festicciuola fatta al professore Sant'Angelo, una mattina che questi recavasi col suo cavallino alla volta di San Daniele, dove aveva a consultare alcuni codici di quella piccola ma preziosa biblioteca comunale, fu vivamente sorpreso allorchè passando dinanzi all'antico palazzo dei Morò-Casabianca vide insolitamente spalancati tutti i veroni e diverse persone, in animato andirivieni per il cortile e dinanzi agli stallaggi, affaccendatissime nel seguire gli ordini, che il fattore, in maniche di camicia e col cappellone di paglia indietro sulla nuca, veniva impartendo con grande importanza.

Da quel punto il nostro cicaleccio languì; la festicciuola ebbe fine ben presto. Ahimè! avevamo fidato troppo sulla nostra ragione; il cuore serbava ancora la cicatrice. Ricordavamo ancora di lui, fors'anco pensavamo ancora senza dirlo e senza avvedercene a lui.

Erano quasi le due dopo mezzanotte, e il momento critico si avvicinava, perchè gli Osnaldi non desideravano che la loro festicciuola durasse fino a un'ora troppo avanzata del mattino. Non si tardò a dare il segnale del cotillon, e i giovinotti di maggiore iniziativa si affrettarono a disporre convenientemente le sedie intorno alla sala.

Il Folengo pareva ringiovanito per la confidenza con cui lo trattava il principe Santanera, e aveva data quella festicciuola ai bambini dei villeggianti pel solo gusto di mostrare il principe in casa propria.... A me, personalmente, quel giovanotto era antipatico.

Il giorno delle nozze era giunto, e le nozze stesse si erano compiute senza che fosse sorto alcun ostacolo ad impedirle. Una festicciuola di famiglia aveva luogo in quella sera; i congiunti e le amiche della sposa erano intervenuti in gran numero.

Era un bel giorno di state nel 1836. Sul declinare quel era stato limpidissimo oltre l'usato, ed il clima tutto fuoco veniva rattemprato da fresco venticello marino; una festicciuola domestica aveva avuto luogo in quel giorno, ed in essa si erano moltissimo rallegrati danzando coi negri Antonio, il giovinetto Carlo e la vaghissima Ofelia, tutti e tre figli di Giovanni e di Rosina. Sotto le benefiche ombre dei banani e dei cocchi, nel parco del palazzo, aveva avuto luogo la danza. Quando il sole si avvicinò all'occaso una frugale refezione era stata imbandita ai danzatori sull'erba fiorita. Mille augelli di variopinte piume facevano risuonare l'aura di melodiosi concenti. Sotto un padiglione di verzura stavano assisi il governatore e Rosina col ciglio umido per pianto di tenerezza nel mirare tanto allegri i teneri figliuoletti; e la stessa eternamente malinconica Angiolina si era quasi lasciata abbandonare dalle tetraggini, a quelle amabili scene. Dalle vicine boscaglie ad un tratto si era udito il suono flebilissimo di un liuto ed una voce di donna soavissima aveva intonato la seguente patetica canzone: Per il mondo vanno errando Madre e figlio abbandonati, Nulla, ahi! nulla omai sperando Fuorchè sterile piet

Tutto ciò era avvenuto in un batter d'occhio. Ora, accettata una condizione di cose, bisognava andare innanzi, mettere in buona vista tutto quel garbuglio; e Roberto, comunque fosse impacciato, ci si provò. Vedete un po' che bel caso! disse egli, voltandosi ai sergenti. S'era suonato e ballato.... una festicciuola tra amici.... ai quali avevo fatto conoscere mia moglie....