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L'ammiraglio Candiano avendo sentito alcuni prima dalla bocca del Malumbra, che la moglie del Fossano era in buonissimo stato, e che gli mandava le sue felicitazioni, racquetato per quella parte, che l'animo schietto non gli consentiva di sospettare di nessuno, aveva potuto in quegli ultimi giorni sentire con molta compiacenza che il voto universale designava lui doge di Venezia.

Incoraggiato dalla ammirazione pubblica e dalle felicitazioni dei più insigni maestri dell'arte, il Mariani lasciò presto il suo impiego di direttore d'orchestra della Societ

Sibbene in quell'anima trasparente, quadrata, vuota di ogni altro affetto, viveva l'unico ed arido sentimento del dovere. Era dovere per lei alzarsi presto la mattina, dirigere le serve che impastavano ed infornavano il pane, dare gli ordini pel pranzo, aprire e chiudere gli armadi; poi invigilare che i letti fossero rifatti, e bene rimboccate le lenzuola, che non rimanesse polvere sui mobili, che fossero battuti e scossi i tappeti. Il sabato ci era da sorvegliare la grande e complicata faccenda del bucato, seguita da quella ancora più importante dall'insaldare: si dovevano distribuire ai poveri le elemosine consistenti in danaro, panni, medicine e commestibili. Alla fine di ogni stagione conveniva fare le conserve dei frutti, rifornire le provvigioni esaurite, discorrere coi coloni, scrivere a quelli che non si erano presentati: alla fine dell'anno fare il bilancio, paragonarlo con quelli precedenti, dare i conti al padre, parlandogli cogli occhi bassi, a voce sommessa, di cifre, di affari, di nuove economie; riceverne in cambio, come unico e venale segno di soddisfazione un titolo di rendita di dieci lire e deporre sulla fredda mano di lui un bacio gelato per ringraziamento. A Pasqua ed a Natale, Silvia doveva scrivere ai parenti lontani quelle sciocche ed inutili lettere di felicitazioni, sempre con le stesse frasi; al principio dell'inverno e dell'estate scriveva ad una sarta della capitale, perchè le mandasse un abito ed un cappello, lasciando a lei la scelta del taglio e del colore; l'abito arrivava ed era chiuso nell'armadio, per uscirne solo la domenica, quando Silvia andava alla messa, la seconda messa, ascoltata in chiesa solo da poche devote. Essa leggeva nel suo libro le parole di preghiera che non trovavano alcuna eco nell'anima; la messa finiva, un grande segno di croce, ed a casa un'altra volta. Erano questi i suoi doveri; essa non trovava gusto noia in alcuno di essi: la carit

In quanto al Palavicino, non potendo resistere a così vive manifestazioni di gioja, trovandosi impacciato nel dover rispondere a tante persone che facevano a gara per dargli auguri e felicitazioni, approfittando di quanto il Morone ebbe detto fin dalla mattina alla duchessa per tranquillarla sulla di lui assenza, col miglior garbo che gli fu possibile, mettendole innanzi quella storia medesima, le disse essergli necessario uscire per qualche ora, e però non stesse in pensiero, che tosto sarebbe ritornato.

Capitò allora un contrattempo: l'attentato di Orsini stornò per alquanto tempo Napoleone III dal suo comportamento, e il sistema, prima appena raddolcito, di oppressione fu novellamente raggravato. Il subisso di felicitazioni da cui fu inondato l'imperatore per l'avvenuto scampo, dimostrarono però al mondo fino a qual segno le popolazioni avessero bisogno di lui: che indubitabilmente parlava in loro un certo qual misto di sentimenti nobili e di servilit

Il Malumbra ripartiva esso pure con Alberigo, e Valenzia il pregò portasse a Candiano i sentimenti d'amore ch'ella nutriva pel generoso padre suo e le sue felicitazioni; e il tristo uomo, mentre, chinando la testa in atto di ossequio, rispondeva che avrebbe fatto, pensava gi

Indi rivoltosi a Bardelli, soggiunse: Non vada mica via, lei. Usciremo insieme. Esci? chiese Diana. ; devo andare al telegrafo e alla Gazzetta Piemontese. In quella giunse un dispaccio. Era della signora Valeria e portava le felicitazioni di lei e degli amici che raccolti in casa Inverigo bevevano lo sciampagna alla salute del nuovo onorevole e della sua compagna. Povera mamma! sospirò Diana.

Mille felicitazioni pel tuo trionfo, anche da Bardelli qui presente. Sappi che finalmente stasera Bebè ha detto mamma Diana». Va bene? Benissimo. Bardelli si alzò tenendo la bimba in collo, prese il foglio, e lo ripose in tasca. Badi disse Diana, Bebè le ha slacciato il nodo della cravatta. Oh, Bebè è un pessimo soggetto rispose l'assistente celiando.