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Perchè, quali forti cagioni avvalorano in oggi le divisioni tra noi? D'onde deriva la condanna di eterna lite alla quale, secondo i Federalisti, soggiace l'Italia? Alcuni invocano le razze.

Scendiamo all'epoca nostra. Scendiamo poichè i passati non giovano agli esempî nuovi, o meglio all'unico esempio su cui s'appoggiano i federalisti. Certo: la Confederazione Germanica non ha di che indugiarci per via. Per quel cumulo inordinato di trentasei o più Stati, il vincolo federativo non è solamente un vincolo debole o difettoso; è un'illusione comprata a prezzo di sangue, e che sfumer

Lo scritto che precede non fu compito, oggi, s'io guardassi unicamente al presente, importerebbe compirlo. Il fatto m'ha dato ragione e ha confutato in modo da non ammettere discussione i dubbî dei federalisti.

E voi tutti, Dio vi perdoni, v'aveste parte. Statuita dallo straniero e accettata dalla Monarchia Sarda la pace di Villafranca, l'iniziativa popolare protestò nobilmente nel Centro, e poco dopo nel Mezzogiorno, contro i disegni federalisti del Bonaparte; e decretò che l'Italia sarebbe. Allora due vie vi stavano innanzi.

Valerio è una delle migliori anime ch'io mi conosca in Torino; ma minaccia da molto di cadere in quella politica sentimentale creata da taluno fra i neo-cattolici, che perdona tutto, spera tutto da tutti, abbraccia re, popoli, federalisti, unitari, e intende che la risurrezione d'Italia si compia in Arcadia. Il titolo stesso è arcadico. Concordia? Tra chi?. . . . . . »

Cavour non ha forse compiuto mai nulla di così importante, come in quel mese autunnale in cui movendo la mano dalla sua tranquilla Leri stornò i disegni federalisti della diplomazia imperiale. Ma anche Napoleone III riprese subito il senso netto dell'uomo di stato; e comprese, che nessuna potenza al mondo era in grado di contenere il movimento unitario nell'Italia centrale, tanto meno egli stesso, che aveva testé sguainato la spada pel principio del non intervento. La piega decisiva corse in senso affatto contrario al punto di partenza del 1859. Thouvenel, l'amico magnanimo dell'Italia, assunse il ministero degli esteri, e il trattato di commercio con l'Inghilterra corroborò alla corte delle Tuileries la vittoria delle idee liberali. Il 31 dicembre 1859 l'imperatore scrisse al papa la famosa lettera: «i fatti hanno una logica inesorabile»; la rinunzia alle Legazioni fu tenuta una necessit

Quell'epoca d'incertezza pseudo-scientifica, d'errore rivestito del manto della sapienza, noi la subimmo e la trapassammo. Fummo federalisti, e lo diciamo francamente, perchè crediamo che molti dei nostri concittadini abbiano corso quello stadio di gradazioni perchè rivelando i dubbî che ci tennero incerti, intendiamo mostrare come il simbolo unitario, ch'or predichiamo e sosterremo energicamente, sia nostro non per ardore d'utopia giovanile, ma per lento e maturo convincimento perchè vinto quel periodo di scetticismo, e superate le difficolt