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No, signora Emilia, vi giuro che non lo so, ma andrò a domandarlodisse Annetta correndo alla porta del corridoio. Fermati, Annetta, ho altre domande da farti. Dimmi quel che sai di questa camera e della scaletta segreta.

Dodone il santo, figliuol del danese, gli aveva detto: Non farneticare, ché un libriccin vo' farti alle mie spese da far Marco e Matteo divincolare...

Lidia, l'anno scorso, in febbrajo, io ti credevo sposa a un altro. Quest'anno in febbraio, Tu ricorri a me per avere conforti! O Lidia, come io saprei farti dimenticare quello che hai sofferto! Io che ho sofferto sei anni! e soffrivo quando tu non sapevi di me!

Ho, disse Loredana, che Filippo mi ama sempre, anzi meglio di prima, e che non mi sono ingannata fidando in lui, e che mi pento d'aver pensato male, e che è qui, e che è mio, e che io sono sua.... Questa bella ambasciata è venuta a farti la signora Teobaldi? interrogò Emma, mentre una ruga profonda le solcava la fronte. , mamma, la Teobaldi è buona. Anche su di lei m'ero ingannata.

Ella era pallida e la sua voce non aveva tono. E allora? Non ti pare d'avere avuto torto?... La contessa tacque. Gioconda! pregò Folco. Rispondimi una parola. Non so, disse Gioconda lentamente, se ho avuto torto. È possibile. Ma so bene che c'è qualcuno ormai il quale può tutto su di te, può farti mutar vita da un'ora all'altra, può domani anche nuocerti con un consiglio sbagliato....

Ma bene il farete, . FABRIZIO. Eh madonna! Voi non mi conoscete. Andate, ché voi m'avete còlto in iscambio. PASQUELLA. Oh! Non l'aver per male, Fabio mio, ch'io 'l dico per farti bene. FABRIZIO. Io non ho per male niente; ma io non ho questo nome e non so' chi voi credete. PASQUELLA. Or fate pur fra voi due a vostro modo. Ma sai, figliuolo?

Se c'è il voto, dobbiamo farti avvertire? No, il mio voto non conta... Il Ministro avr

Ser vescovo, risponde con calma altiera Gregorio, ed io ti comando di deporre le insegne vescovili, di lasciare la carica, di prostrarti della faccia nella polvere alla nostra presenza, di constituirti cattivo, e sperare nella nostra misericordia del quando e del come sapremo farti giustizia. Gran mercè della vostra buona intenzione, pontefice! sclama il vescovo.

Una posizione! ma che posizione vuoi farti? Tu non vuoi certamente che ti dia un incarico che non meriti, tu non pretendi che io metta alla porta uno de' miei impiegati per farti sedere al suo posto. Tu devi ben sapere che queste cose non si fanno, si possono fare checchè ne dicano i giornali d'opposizione. Ma! rispose l'altro, restando colla bocca aperta, e guardando il soffitto.

DOTTORE. Pazzia sarebbe dubbitar piú che non sia mia figlia, e giá m'accorgo che allo splendor degli occhi e dalla eccellenza della bellezza, che rassomiglia a quella, quando era bambina: tu sei dessa, e il tuo aspetto è bastevole a farti conoscere che tu sei nobile. MELITEA. Gentiluomo, ecco alcuno altro segnale per lo quale possiate rendervi piú certo che sia vostra figlia.