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Quanto meglio campeggia Pilastrino ne la santa illustrissima cucina, dando pro tribunal sentenze giuste del cappon lesso e del fagiano arrosto, del mangiar bianco e di quel sapor nero che si cava de l'uva e di quel verde che si trae de l'erbette fiorentine! Oh com'io son ben dotto in ordinare le buone gattafure genovesi! Oh! Io ne fo il bel guasto, per mia grazia! Cosí di queste nostre bolognesi.

La ragazza prometteva con un cenno del capo; e seguiva degli occhi avidamente il fanciullo vestito di scuro, pallido e olivastro nel volto magro, col cappello dalla piuma di fagiano. Gli amici di casa non avevano mai capito se Paulette fosse innamorata del padre o del figlio.

Così il commendatore di Subiaco fu insieme barone e vescovo, con terrore del povero popolo. Le leggi erano così inumane che solo per aver preso una quaglia o un fagiano si era puniti con dieci anni di galera.

Non ti pare ch'egli somigli perfettamente ad un questurino dell'undecimo circondario? chiese una sera al conte marito la contessa Caifasso. Ma il vice-intendente, che a due mascelle spolpava un fagiano levato in quel punto dal buffet, lanciò alla moglie un'occhiata fulminea, e don Anna fece notare alla contessa come e qualmente il loro ospite illustre avesse il profilo dei Romanoff.

Figuratevi ch'e' sia come carne di fagiano; tutti nella vita vogliono assaggiarne una volta. Anche tu vuoi taglieggiare il barone! E si frugava in seno; ma il garzone presagendo la mala parata, di un salto toccò la porta, e si riparò dietro l'uscio.

Vestito il più spesso di scuro, pallido e olivastro nel volto magro, con un cappello morbido dalla penna di fagiano, stava a guardare e sorrideva.

Vi ho preparato un fagiano, che m'ha mandato stamattina il signor Barreaux: avendolo incontrato ieri, gli dissi che vi aspettava; vi giuro che non ho mai veduto un uomo più afflitto di lui, quando gli diedi la trista nuova...» Emilia, malgrado tutte le premure di Teresa, non volle mangiare, e si ritirò nella sua camera. Qualche giorno appresso ricevè lettere di sua zia.

Adolfo non riusciva a capir nulla in tutto quell'armeggiare; la sconosciuta era assai ridicola, con un certo cappello alla cacciatora, che le stava appena sul cocuzzolo e ch'era ornato d'una penna di fagiano, ardita come una sfida al cielo; ma c'era di peggio: la signora guardava Adolfo con occhiatacce mezzo beffarde e mezzo compassionevoli, le quali avrebbero fatto perder la pazienza a chiunque non avesse avuto un demonio più sarcastico e più fiero nel cervello.

Egli aveva allora quattordici anni; portava i capelli lunghi fino alle orecchie e tagliati a tondo; era sottile ma ben costrutto; vestiva spesso di velluto, coi calzoni chiusi sopra il ginocchio, le calze fini, le scarpette scollate. Se metteva in capo il suo berretto preferito con la penna di fagiano, dava l'idea d'un paggio.

Ma quì non voglio infastidire il lettore con questi appunti che si possono trovare più estesi in un trattato di storia naturale. Dirò solamente che questo amico quasi quasi mi convinse che l'esser leccardi non è una cosa tanto facile quanto credeva, perchè bisogna davvero studiare tutte le minutezze per vieppiù assaporare una bottiglia di champagne o un'ala di fagiano.