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Generalmente la storia dei fatti religiosi si fossilizza o nell’ammirazione irragionevole di tutto, anche di ciò che non può esser ammirabile, perchè è il prodotto dell’azione disturbatrice che l’uomo vi ha esercitata, od in un’avversione non meno irragionevole anche di ciò che dev’essere rispettato, perchè è l’espressione genuina dell’irresistibile aspirazione dell’anima umana all’infinito. Quanto più in un paese è scarsa la coltura e mancante il senso critico, tanto più è prevalente questo modo esclusivo e falso di giudicare gli avvenimenti nella loro attinenza col fenomeno religioso. E, in conseguenza di questa ristrettezza di giudizio, non è più possibile lo studio oggettivo del processo di azione e reazione per cui passa lo spirito umano nei suoi successivi adattamenti alla forma religiosa. È la faccia umana del fenomeno religioso, è l’osservazione delle alterazioni che il sentimento religioso subisce nell’ambiente intellettuale e storico da cui è circondato che esercita una singolare attrattiva sullo studioso delle leggi che determinano l’evoluzione dell’uomo e della societ

Tempo fa capitò nel vico la mamma, una vecchia. Chiese conto a tutto il vicinato di quello che il figlio di lei, Peppino, facesse, stando a vender acqua. Rispose ognuno: Che volete che faccia? Vende l'acqua. Diciteme 'a verit

Tutt'e due!... Tutt'e due, in così poco tempo! È troppo!... È troppo! Giorgio lo guardò colla faccia istupidita, senza dire una parola.

Indovino più che vedo nel buio la sua faccia volta in alto che forse cerca fra le stelle quelle perdute per sempre. Buona sera, Marinetti! La strada che prendiamo rasenta la villetta. Ci avviammo, ma dopo un chilometro eravamo impantanati fra filari di vigneti, rovine di case e campi allagati.

Chiamò Marietta che le sciogliesse i capelli, e Marietta le rifece la treccia, e mise via il resto che non occorreva, e le diede la lanolina per la faccia. E la signora si mise a letto come Nunziata Villari d'anni trentotto. Antonio ancora non turbava i suoi sonni.

Avanti: gridò Vanardi verso l'uscio; e questo, aprendosi pian piano, lasciò scorgere la faccia melensa di Giacomo. Vedi se l'ho indovinata! esclamò con vivezza di buon umore Antonio, in cui la concepita speranza si era di subito ingrandita ed afforzata. Avanti, avanti, mio bravo Giacomo. Voi siete stato a portare quella lettera?

Il Conte di Cerra, per quanto visibilmente si sforzasse, non potè di tanto reprimere quel suo riso, che due o tre volte non gl'increspasse la faccia; nondimeno si contenne, e parlò: «E che, Caserta? Tremate voi così presto essere ridivenuto padre? Non avete voi detto ch'egli è figlio vostro?

Col sopravvenire di lei, della madre Perché, per fortuna, la riconosco a tempo! E me li riporto tutti a casa, signore! Lei s'immagini, ora, la situazione mia e la sua, una di fronte all'altro: ella, così come la vede; e io che non posso più alzarle gli occhi in faccia!

Assumendo quindi un contegno assai grave si volse allo sconosciuto e rispose: Voi mi parlaste franco, o signore, e voglio credere anche seriamente, permettete che ancor io faccia lo stesso: ascoltate. «Due anni or sono, colpita da improvviso malore, io perdeva mia madre.

In quell'istante la faccia di Gal-di-fuoco aveva proprio il colore di una cresta da gallo. Le sue guancie ardevano. Egli si congedò dalle donne con una stretta di mano, e appoggiatosi al braccio del venerabile precettore, si avviò con lui verso gli atrii. Quella scena mi aveva sorpreso.