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Gregorio VII e l'etá seguente, in generale. Gli uomini veramente grandi, Camillo, Cesare, Carlomagno, Gregorio VII, hanno il privilegio di dar principio a nuove etá.

Chiamalo il «buon Augusto» l'autore, percioché, quantunque crudel giovane fosse, nella etá matura diventò umano e benigno prencipe e buono per la republica. «Nel tempo degl'iddii falsi e bugiardi». Sono falsi, non veri iddii, «quia dii gentium daemonia»: «bugiardi» gli chiama, percioché il demonio, come e' medesimo in altra parte dice, è padre di menzogna.

Cosí fanno, creda a me, coloro a cui la propria coscienza vale qualche cosa. Sicché, madama, stringendo il discorso, la prego a non far che quest'anno il carnovale finisca malamente per le povere di lei figliuole. Hanno ne' piedini una inquietudine, che nella loro eta è da perdonarsi. Il ballo fa bene anche alla loro salute.

FORCA. Poi pregaremo Alessandro vostro amicissimo, che preghi vostro padre, che compri da Mangone un schiavo di buon garbo, giovane di diciassette overo di diciotto anni, dell'etá tua e di Melitea che sète poco differenti di etá e di persona; e che gli ne dia quanto ne vuole per un suo disegno molto importante, e gli dia i cento scudi per caparra. PIRINO. Appresso?

Ben v'en tre vecchi ancora in cui rampogna l'antica eta` la nova, e par lor tardo che Dio a miglior vita li ripogna: Currado da Palazzo e 'l buon Gherardo e Guido da Castel, che mei si noma francescamente, il semplice Lombardo. Di` oggimai che la Chiesa di Roma, per confondere in se' due reggimenti, cade nel fango e se' brutta e la soma>>.

AMASIO. Come avete ragionato con me. LIDIA. Di che etá egli è? AMASIO. Della mia. LIDIA. E dice che mi ama? AMASIO. Anzi arde; ardentissima fornace nodrisce tante fiamme nel suo seno quante egli ne nudre nel cuor suo per amor vostro. LIDIA. Perché non mi si scuopre? AMASIO. Perché vede che vi struggete per altri miseramente senza speranza alcuna.

Al quale, come i fanciulli piccoli, e spezialmente a' luoghi festevoli, sogliono li padri seguire, Dante, il cui nono anno non era ancora finito, seguito avea; e quivi mescolato tra gli altri della sua etá, de' quali cosí maschi come femmine erano molti nella casa del festeggiante, servite le prime mense, di ciò che la sua picciola etá poteva operare, puerilmente si diede con gli altri a trastullare.

Pur facendo forza a se stessa, fingendo buon viso, con certe lusinghette rispose che non volea cosí tosto allontanarsi da lei, non avendo conosciuto altro padre altro fratello che lei; e che tanto sarebbe lasciarla quanto lasciar la propria vita, massime essendo vecchia, malsana e in etá da esser governata, e che avea bisogno d'una che le fusse stata serva e figlia insieme sollecita alla sua salute.

LELIO. Quando voi vi partisti da Napoli, promettesti Artemisia a Pandolfo; venuta poi la nuova della vostra morte, mi richiese Pandolfo della promessa fattali da voi. A tutti gli amici e parenti parea disconvenevole che ad un uomo di tanta etá se li dovesse attendere la promessa: ce la negai.

DON RODORIGO. Non si deve condennar a morte chi sommamente desia di morire, ché la morte gli sarebbe premio, non castigo. Egli desiando la vostra figliuola per isposa fece l'errore, e l'error fu piú tosto dell'etá che suo, ché non gionge ancora a diciotto anni. EUFRANONE. E voi con la giustizia vincete gli animi; un error fatto per poca etá deve privare un padre di sua figlia.