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Conte Senatore Testi, incaricato del portafoglio delle relazioni estere, rilasciare credenziali nelle solite forme, si è supplito colla qui unita lettera di credito per il signor Principe di Metternich, ministro di Stato di S. M. l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia; i signori deputati si recheranno in Mantova per ricevere da S. A. I. il Principe Viceré i necessari passaporti e lettere di credito presso gli altri sovrani alleati.

Al dispotismo, più agevolmente che al parlamento, era dato riconoscere ed emendare l'errore intrapreso; ma in questo mal tratto l'autocrata mostrò un incapamento incorreggibile. Anche dopo che l'onore delle armi francesi nel maggio del 1863 era stato ristabilito, la disperata faccenda fu trascinata per altri sei anni fino alla rotta completa. In Germania l'opinione pubblica, che spesso a quel tempo s'ingannava tondo sulle faccende estere, si era collocata dal principio in faccia alla guerra americana col giudizio manifesto: «il nostro idealismo non creder

Il tabaccaio, credendo cercassero qualche pipa di vera radica e qualche pacco di sigarette estere, piantava ogni altro negozio, esciva dal banco e chiedeva premurosamente all'Errera: Che cosa desidera? Eh, non ce ne avete! Dica: che cosa desidera? insisteva il tabaccaio. Io niente: ma è quel mio amico l

Bellissimi e interessantissimi articoli, che non hanno niente o assai poco da invidiare agli scritti delle migliori rassegne estere, rimangono sepolti nei fascicoli della Nuova Antologia e delle altre poche consimili riviste o nelle colonne di qualche giornale quotidiano.

Perciò il conte Gino terminò la sua frase, dicendo: Ci hanno tutta roba moderna, e mostrano di aver familiari le lingue estere. Ah ! disse il signor Aminta. Ma non creda che le abbia familiari io, queste lingue. Faccio molto a sapere il mio italiano, e un po' di francese, che non ho mai occasione di parlare.

Ma nella prima guerra cartaginese, essendo ormai quasi vuoto l'erario, fu decretato di battere in avvenire gli assi di due once sole; onde, guadagnatovi d'ogni sei cinque, pagarono i debiti e soddisfecero alle loro spese: il che fu loro facile, per lo poco commercio che avevano con estere nazioni, contentandosi i romani, nella sobrietá del loro vivere, di ciò che somministrava l'ubertá del loro terreno.

La monarchia di luglio mostrò, come in questa, in tutte le complicazioni estere lo stesso carattere d'indecisione e di falsit

Quanto alla vita internazionale dell'Italia d'oggi, non occorre spendervi lunghe parole: non esiste. Gli uomini della monarchia non hanno coscienza di missione Italiana nel mondo, concetto o disegno politico da uno infuori: trascinare di giorno in giorno, attraverso brevi espedienti e sempre seguendo chi sembra momentaneamente potente, una incerta e fiacca esistenza. Le rare frasi, rubate a un dispaccio russo o britannico e proferite con sussiego di chi ha una dottrina, da chi regge per le faccende Estere, farebbero sorridere se non facessero arrossire. Guerre e paci ci furono sempre dettate. L'avvenire d'Italia e la moralit