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Ma pur troppo l’Italia per oltre cinque secoli, da Dante a Manin, diede spettacolo d’una continua vicenda d’esiliati e d’esiliatori: e questi in prima Normanni e Svevi; Francesi e Guelfi; Alemanni e Ghibellini; quindi Spagnuoli e Austriaci! Gli esilii nazionali vanno del pari con gli oppressori della nazione!

Questo timore ben più legittimo che non siano i titoli di lei sopra il Veneto, deve essere più forte dei sospetti che la turbano e tentano: sospetti, dico, che l'esempio si faccia contagioso, e che altre parti dell'impero pretendano cosa simile. Le condizioni del Veneto sono in ciò singolari. Nessun'altra nazione soggetta all'Austria si trova divisa in da governi opposti, parte esteri e parte suoi proprii: nessuna provincia ha per più di dieci anni dimostrato e con la parola e col silenzio, e con la rivoluzione e con la guerra, e con le carceri e con gli esilii, la coscienza del proprio diritto, l'aborrimento del giogo straniero, la perseverante e concorde volont

Noi abbiamo un torto, disse uno fra loro, uno tra' più gran signori napoletani, quello di tenerci troppo in disparte.... Perchè non cerchiamo d'aver mano negli affari del nostro paese?... Noi tutti ci sentiamo italiani e vogliamo che il concetto della nazione unita, forte, agguerrita contro tutti i suoi nemici, trionfi.... Credete che non si possa servire alla nostra causa, negli uffici della Corte, nelle alte cariche del Governo, nella diplomazia, quanto negli esilii e nelle prigioni?... I nostri cari martiri debbono esserci veneratissimi: dobbiamo ripensar sempre a coloro che soffrono per ciò che noi vogliamo: questo servir

Giudici e Sacerdoti affermano essere gravi errori cotesti; e non solo lo affermano, ma lo provano con le prigioni e gli esilii: a lasciarli fare brucerebbero ancora. Lo ammonimento: Amate la giustizia, o voi che avete a giudicare la terra, non trovò eco nei loro orecchi. Aghi calamitati vòlti sempre al polo della tirannide e dello errore, un giorno saranno a posta loro giudicati. Beati quelli di cui il peso sar

Vulgare fuga fu cotesta, che invano s'industria la contessa Spaur di rendere poetica: bimbi, cameriere, preti, carabinieri, che reggevano il sacco, e nondimanco paura; tutto questo burlevole: pieno però di amarezza vedere cotesto mal Prete recitare il breviario col padre Liebl, e supplicare Dio per la salute degli uomini, che tornato in fiore egli dannò alle galere, agli esilii, qualcheduno alla morte.

«Come! voi credete?...» «Io non credo nulla....» «Bruci l'anima mia....» «Amen. Saranno sincere le cose che esponete, ma la stagione corre contraria. Andate persuaso, Barone, che uomini più sapienti di voi, e di me, hanno pensato a questo: miseri! le meditazioni loro si conchiusero in gemiti, e desiderii; le opere con volontarii esilii, o con morti costrette