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Su per l'erta erbosa onde giungevasi al poggio veniva il professore Sant'Angelo, seguito dal suo terranova, il quale, sentendo ridestarsi al menomo fruscìo di foglie il suo istinto di fido guardiano, gittavasi ogni momento a testa bassa tra i cespugli del sentiero. Il professore avvicinavasi a passo spedito: in pochi minuti gli avrebbe raggiunti.

I' mi fermai sott'una macchia ombrosa, mirando l'ape, quinci e quindi sparse, a sacco porre una campagna erbosa ed a vicenda in loco poi ritrarse, ove locar di cera e mèle vidi per cave querze i tetti lor e' nidi. Si non vis intelligi, neque intelligaris, lector.

Tenebra di caverne, fulvo dorso di monte, erbosa immensit

Sull’Alpe erbosa i pastori ingannano talora il lungo ozio con nenie che sanno di preghiera, e gli Alpinisti che vi passano per diporto giudicano la loro vita pigra e beata.

I o tratto a l'ombra d'un gentil boschetto V idi, giacendo su la piaggia erbosa, S tarsi donna solinga e penserosa, T urbata in vista, col mento sul petto. I n tal vaghezza stava, ch'ivi intorno N é fu pianta augel che non movesse A lei mirar e seco ne piangesse. I' mi le appresso e per veder m'abbasso.

Ne sboccia l'ormai immancabile prodigio. Cosa è questo gridio di folla? Usciamo dalla mensa. Sensazione di sommossa. Tutti corrono. Redarguisco due sergenti che fuggono davanti a un pericolo inspiegabile. Sassate fitte piovono su noi. Risacca di bambini e donne urlanti. Entriamo nella vasta piazza erbosa e vuota davanti al palazzo Estense. In fondo, vicino alla porta ducale, gesticola un pazzo.

Ma qui, nulla di tutto ciò, non più il sole, non più spaziare colla vista sopra le sterminate campagne, e lontan lontano, verso occidente, posarla sulle montagne, appena distinte dall'orizzonte: qui non più una pianta, non una zolla erbosa, non vedere un uomo che a suo talento vada o resti o torni; non potersi affissare nei melanconici splendori della luna: solo tenebria e lezzo e il tacere di un deserto, o le querule bestemmie di un inferno.

Partii per Norimberga con un treno del pomeriggio. Quando uscimmo dalla blanda valle erbosa dell'Altmühl per correre, fra sterminati orizzonti, diritto al nord, non era lontano il tramonto. Assorto in una sola idea, scosso ad ogni momento da vampe di accese immaginazioni, non avevo quasi mai avuto coscienza del paese così diverso dall'Italia che veniva continuamente mutando sugli occhi miei; ma pure la mobile visione si mescolava al mio pensiero, lo colorava, in qualche modo, di . Guardando, nello splendore del sole cadente, la quieta Altmühl così azzurra tra l'erbe dorate, riposavo un poco, mi venivano immagini di un avvenire sereno. Quando non la vidi più, il mio cuore riprese a palpitar forte. Sapevo che Norimberga non era lontana, il sole infuocava un rossastro paesaggio solenne di alte pinete e di sabbie immense, l'aria soffiava fredda, e se porgevo il capo a guardar dove ci portasse la locomotiva, non vedevo all'orizzonte che nebbie; sentivo il nord, mi pareva che quello fosse il vero cielo, il vero paese di un'anima come Violet. L

Ebbero a tribolare oltre il ponte anche un poco, poi risalendo a mancina su per la ripa erbosa, furono sulla via, grande, ma scura scura per i pioppi fitti che non vi lasciavano raggiare la luna, levatasi pur allora. Di l

Ezio imparò a «vedere i fiori nell'erba». Colla mano leggera toccava la riva erbosa e sceglieva la margherita e il bottone d'oro, il ranuncolo, il timo silvestre, la menta con una delicatezza prodigiosa di tocco. E dire che io son sempre stato un grande ignorante in fatto di botanica! e non c'è nulla di più bello di questi fiori naturali che la terra offre per nulla.