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«Oh! ell'è chiara: egli afferma di volerci ampliare di dominii; ora siccome le Baronie non le porta di Francia, si fa manifesto che per dare altrui deve togliere altrui....» «Baroneinterruppe Anselmo «voi fate più maligna l'espressione di quello che suoni: parvi che voglia pensare a togliere, sul punto che sta per acquistare un Reame?....»

Il novel che sorge, compiuto forse non sará, che fermo fia d'Ottavia il destino, e appien per sempre. TIGEL. E queta io spero ogni altra cosa a un tempo, ove mostrar pur vogli Ottavia al volgo rea, quanto ell'è. NER. Poich'io l'abborro, è rea, quanto il possa esser mai. Degg'io di prove avvalorare il voler mio? TIGEL. Pur troppo.

«Buon padre, buon fratello, «Buon figlio, ottimo sposo, «Onesto, generoso, «Model d'ogni virtù....» Tal suona il panegirico Sempre a chi muor; sol questo Di lui diran: fu onesto Dall'ombelico in su. Da tre giorni è partita Tua moglie, e piangi ancora! Rischia salute e vita Chi troppo si addolora. Al mio cordoglio immenso I conforti son vani; Partita ell'è.... ma penso Che torner

Ell'e` d'i suoi belli occhi veder vaga com'io de l'addornarmi con le mani; lei lo vedere, e me l'ovrare appaga>>. E gia` per li splendori antelucani, che tanto a' pellegrin surgon piu` grati, quanto, tornando, albergan men lontani, le tenebre fuggian da tutti lati, e 'l sonno mio con esse; ond'io leva'mi, veggendo i gran maestri gia` levati.

Cinta ell'è di ricchezze e di splendore, E le aggradano brio, riso, favella; Tutte potrebbe del suo viver l'ore Incantar con magìa sempre novella: Par che delizïato il suo bel core Ogni affannoso sentimento espella; Ma questa d'eleganti arti regina Nutre d'egregi fatti ansia divina. E color che l'ammirano raggiante D'ingegno e grazia in suoi ridenti crocchi.

Se quello ti dice che malvagia cosa ell'è torre tanta beatitudine ad un vecchio e deserto cavaliere senza punto di amore per colei che lo bea, e tu metti la tua nella mia mano, e dimmi: Giselberto, tienti la figlia tua, io non sono quel tanto che tu puoi sperare per lei.

«No, Monsignore; ell'è una nuvolaqualcheduno gli risponde; e Carlo torna a desiderare, e cupo nel sembiante incamminasi l

Disse sognando, e con la sua possanza, Con l'ingegno che annulla la distanza, Con la muta scïenza della carne, I toccati confin vuole allargarne. Si risovvenne ed inventò. La storia Le fu maestra, ma ad infame gloria Peggiore ell'è d'ogni regina; strinse Più stretti i nodi alla chimera e vinse Semiramide stessa invidïosa Nel superbo sepolcro.

Ora conosce assai di quel che 'l mondo veder non puo` de la divina grazia, ben che sua vista non discerna il fondo>>. Quale allodetta che 'n aere si spazia prima cantando, e poi tace contenta de l'ultima dolcezza che la sazia, tal mi sembio` l'imago de la 'mprenta de l'etterno piacere, al cui disio ciascuna cosa qual ell'e` diventa.

NER. Stromento giá di mia grandezza forse ell'era: ma, stromento de' miei danni fatta era poscia; e tal pur troppo ancora dopo il ripudio ell'è. La infida schiatta della vil plebe osa dolersen? osa pur mormorar del suo signor, dov'io il signor sono? Omai di Ottavia il nome, non che a grido innalzar, non pure udrassi sommessamente infra tremanti labra, mai profferire; o ch'io Neron non sono.