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Così per esempio ell'aveva voluto continuar ad allattare benchè l'allattare la estenuasse; così ella non cedeva a nessuno l'ufficio di fare ogni mattina il bagno alla bimba; così ella s'imponeva la regola di uscir pochissimo di giorno se non poteva portar seco Bebè, e di non uscir mai la sera nemmeno se Bebè dormiva tranquillamente. Non doveva ella invigilarla sempre?

Ell'aveva bensì commesso un fallo, ma il suo fallo non aveva conseguenze; con gli anni ell'avrebbe potuto dimenticarlo. Fugaci allucinazioni dei sensi! Era lei che soffriva, era lei che espiava! Andò a letto alle nove. La boccetta del cloralio era sul comodino. Ma nell'atto di vuotarla nel bicchiere parve alla Teresa che alcuno le fermasse la mano.

Forse perchè ell'aveva impacciati i movimenti da Bebè, il soldo andò a battere sopra una colonnina della balaustrata e rimbalzò sulla strada ove un monello si affrettò a raccattarlo. Ah! fece l'Irene turbandosi in viso. Cosa c'è? chiese Diana che non aveva capito nulla. Il professore scrollò le spalle. Sciocchezze!... L'Irene prende gli auspicî. Quali auspicî?... Parla chiaro.

E per lui, per l'uomo al quale, in una incomprensibile sorpresa dei sensi, ell'aveva sacrificato il suo pudore e il suo orgoglio, per lui non avrebbe lasciato una memoria, un saluto, un rimprovero? La notizia che la Teresa Valdengo era morta doveva giungergli laggiù nei mari lontani senza una parola di lei, senz'altre spiegazioni, senz'altri commenti, tranne quelli delle gazzette? Ma, scrivendogli, che avrebbe potuto dirgli?... Gli avrebbe detto tutto?... Anche il segreto ch'ella voleva portar nella tomba?... A che prò? Per avvelenargli l'anima con un rimorso più grande? Non era gi

Ora, accadde che Paolo Collemagno era diventato molto innamorato di lei e che, non potendo più tacerlo, glielo aveva detto: ell'aveva ascoltato questa confessione di un sentimento che gi

E, senza dubbio, la Teresa aveva detto: Alle sette ; senza dubbio ell'aveva ordinato una tazza di brodo ristretto, un'ala di pollo, un frutto, un dito di vino; perchè alle sette in punto la cameriera era ricomparsa portando seco sopra un vassoio l'ala di pollo, la frutta, la tazza di brodo, il quinto di vino. Non mangia nulla la signora! Sta poco bene?

I tosi avevano ormai l'uno vent'anni passati, l'altra quasi diciotto, e non era probabile che essi facessero un baccano così indiavolato. Ma ci voleva tanto poco a eccitar i nervi della N. D. Chiaretta; e poi ell'aveva tante gravi occupazioni.

Ell'aveva dato ordini precisi, assoluti; non riceveva nessuno: lo zio Venosti, il conte Vergalli, la Giulia Orfei, nessuno insomma; ed era naturale che quegli ordini, dati il giorno, dovessero aver maggiore efficacia la sera; tanto più che alle sette e mezzo, nel congedar la Luisa, ell'aveva soggiunto che sarebbe andata a letto presto, da sola, secondo la sua consuetudine.

E cercò di sviare il discorso, domandando conto dell'esito della fiera di beneficenza che s'era tenuta ai primi d'ottobre, e per la quale, fra parentesi, ell'aveva spedito da Venezia alcuni bellissimi regali.

D'ordinario, Diana si serviva modestamente del primo fiacre capitato; oggi ell'aveva preso un landau di rimessa. La carrozza fece un lungo giro. Traversò la Piazza del Panteon, la Piazza della Minerva, tagliò il Corso Vittorio Emanuele, salì al Campidoglio, scese al Foro romano, costeggiò il Colosseo. Un bel sole primaverile splendeva sulle rovine, rievocava la vita in quel mondo defunto.