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Ma è evidente, ragionò Edith. Essendo in tanti si era gi

Più tardi, quando furono tutti e quattro installati nel treno che li portava a Wareside, nell'Hertfordshire, Edith si abbandonò interamente al piacere di osservare i gesti dello zio Giacomo e gli occhi del cugino Antonio, che Valeria chiamava «Nino». Egli disse ad Edith che lo chiamasse Nino anche lei, e le parlò in una lingua che egli chiamava «banana-english».

Bimba mia! bimba mia! cerca di capire! scongiurò Valeria. Edith è ammalata; come lo era il tuo pap

Quando egli fu partito, Edith si avvide che la russa aveva aperto gli occhi e la guardava fissamente. Mi avete parlato? domandò Edith. No, disse la russa, nella sua strana voce vuota Ho pensato. Edith sorrise. Che cosa? Ho pensato: perchè mentite, voi? Edith si rizzò a sedere facendosi rossa in viso. Come? esclamò. Rosalia Antonowa tenne i suoi occhi profondi inchiodati sul viso di Edith.

Il giorno in cui Nancy compì i tre anni, e che intorno al suo «birthday-cake» la focaccia del giorno natalizio furono accese solennemente le tre candele d'uso, Edith mise i gomiti sulla tavola e disse: E dunque, che cosa sar

Nella sua seggiola al sole Edith aprì gli occhi. Nancy! dov'è Nancy? Valeria balzò in piedi. Vuoi qualche cosa, Edith cara? No, niente; vorrei Nancy! mi piace tanto vederla. E sono proprio troppo pigra per correrle dietro. La chiamerò io, disse Valeria. A quella risposta inaspettata, la signora Avory alzò gli occhi sorpresi e grati, e sorrise a sua nuora.

Ed uscì anche lei, in gran fretta, fermandosi solo un attimo per dire alla cuoca che badasse di ritardare il pranzo, e non mancasse di star attenta al nonno. Ma la cuoca andò fuori alla latteria di Smith a raccontare l'accaduto; e l'altra serva andò con lei. Il nonno rimase solo nella casa deserta. Il nonno era solo nella casa deserta. Chiamò sua figlia. Chiamò Valeria; ed Edith; e Nancy.

Andrei a passeggio con lei, e mi verrebbe fame. E se potessi mangiare, lo so che guarirei. Nancy! Nancy! Nancy!...» Ma Nancy era in Italia in casa della zia Carlotta e della cugina Adele; e nemmeno le lettere di Edith le venivano date, perchè su quei poveri fogli si era chinata Edith Edith, di cui l'affetto, di cui il tocco, di cui l'alito, era veleno.

M'ha domandato subito: "È tornata la mamma?" Voleva venire.... Perché non dici a Edith che me la porti? S'è messa a letto Edith? No. Addio, Giuliana interruppi. E m'appressai, e mi chinai a baciarle la guancia ch'ella mi porgeva sollevandosi un poco su i gomiti. Addio, mamma. Vado a coricarmi perché ho un sonno che m'acceca. E non prendi nulla? Federico è rimasto giù ad aspettarti....

Ho sentito dire che è capitato una cosa simile ad un poeta, che poi non è diventato poeta, perchè appunto... Ma Nancy non parve preoccupata di ciò. Potrei scriverne subito degli altri, disse disinvolta e gaia. Fu un coro di acclamazioni. Scrivi, disse Edith, e di' come hai fatto a fare la poesia di stamattina!