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L'arrivo del cavaliere di Santa-Fè, guarito dalle sue ferite, finì di spargere il brio e l'allegrezza in tutti gli abitanti del castello. Il povero Dupont volle scansar di gettare, colla sua presenza, qualche ombra di tristezza su tutta quella felice comitiva. Appena fu certo che Valancourt non era indegno di Emilia, pensò sul serio a guarire dalla sua passione, e partì. La di lui condotta, ben compresa dalla fanciulla, le ispirò piet

Verso sera, Bianca e Dupont accompagnarono Emilia alla casa di Voisin; nell'avvicinarsene, provò una specie di piacere misto ad amarezza. Il tempo aveva calmato il suo dolore, ma la perdita fatta non poteva cessare di esserle sensibile; si abbandonò con dolce tristezza alle memorie che le rammentava quel luogo.

È impossibile descrivere l'emozione di Dupont quando scoprì nel rivale il benefattore del suo amico. Dopo il primo moto di sorpresa, dissipò le inquietudini di Bonnac, facendogli sapere che Valancourt era in libert

Emilia era così stordita dall'inattesa partenza, che osava credere appena di essere sveglia: dubitava però molto che l'avventura potesse andar a finir bene, ed il dubbio era pur troppo ragionevole. Prima di uscire dal bosco udirono alte grida, e videro molti lumi nelle vicinanze del castello. Dupont spronò il cavallo, e con molta pena lo costrinse a correr più presto.

Occupati dai loro pensieri, i viaggiatori restarono in silenzio per più di un'ora, meno qualche domanda che faceva tratto tratto Dupont sulla direzione della strada, o qualche esclamazione di Annetta sugli oggetti che il crepuscolo lasciava vedere imperfettamente. Infine scorsero lumi alle falde di un monte, e Lodovico non dubitò più non fosse la desiata citt

Emilia, osservando che le spuntavano le lacrime, cessò d'importunarla, e procurò di attirare l'attenzione della sua giovine amica su qualche punto del giardino. Il conte, la contessa e Dupont vi stavano passeggiando, ed esse li raggiunsero. Quando il conte vide Emilia, le andò incontro, e la presentò alla contessa in un modo così gentile, che le rammentò l'affabilit

A so temp ghe tirò mi tutt' coss! Due giorni dopo Madame Dupont gli mandava la risposta in un bigliettino che lo fece starnutire tanto era impregnato di muschio.

Lodovico esaminò la sua borsa, e trovò che non bastava neppur a pagare il rinfresco. Dupont si arrischiò di confidarsi all'oste, che gli pareva umano ed onesto; gli narrò la loro posizione, pregandolo d'aiutarli a continuare il viaggio.

Villefort, udendo nominare Bonnac, disse che lo conosceva da lunga pezza; seppe il tristo oggetto del suo viaggio, ed avendo inteso ch'era alloggiato in un'osteria del paese poco distante, pregò l'amico di andar a cercarlo perchè venisse ad abitare al castello. Dupont vi si prestò con piacere; Bonnac accettò l'invito. Il conte colle sue attenzioni ed Enrico col suo brio fecero di tutto per dissipar la tristezza che sembrava opprimere il loro nuovo ospite. Bonnac era un uffiziale al servizio francese, dell'et

Il conte lo ricevè con piacere, glielo presentò sorridendo, e parve ritrarre buon augurio dall'impaccio in cui la vedea. Dupont però lo comprese meglio, perdè d'improvviso ogni brio, e ricadde nel languore e nello scoraggiamento.