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E avvegna ch’io fossi al dubbiar mio quasi vetro a lo color ch’el veste, tempo aspettar tacendo non patio, ma de la bocca, «Che cose son queste?», mi pinse con la forza del suo peso: per ch’io di coruscar vidi gran feste.

Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia trapoli del mondo Galassia , che fa dubbiar ben saggi; costellati facean nel profondo Marte quei raggi il venerabil segno che fan giunture di quadranti in tondo. Qui vince la memoria mia lo ’ngegno; ché quella croce lampeggiava Cristo, ch’io non so trovare essempro degno;

E avvegna ch'io fossi al dubbiar mio li` quasi vetro a lo color ch'el veste, tempo aspettar tacendo non patio, ma de la bocca, <<Che cose son queste?>>, mi pinse con la forza del suo peso: per ch'io di coruscar vidi gran feste.

quand'io senti', come cosa che cada, tremar lo monte; onde mi prese un gelo qual prender suol colui ch'a morte vada. Certo non si scoteo si` forte Delo, pria che Latona in lei facesse 'l nido a parturir li due occhi del cielo. Poi comincio` da tutte parti un grido tal, che 'l maestro inverso me si feo, dicendo: <<Non dubbiar, mentr'io ti guido>>.

Se tu riguardi ben questa sentenza, e rechiti a la mente chi son quelli che di fuor sostegnon penitenza, tu vedrai ben perché da questi felli sien dipartiti, e perché men crucciata la divina vendetta li martelli». «O sol che sani ogne vista turbata, tu mi contenti quando tu solvi, che, non men che saver, dubbiar m’aggrata.

Poi cominciò da tutte parti un grido tal, che ’l maestro inverso me si feo, dicendo: «Non dubbiar, mentr’ io ti guido». ‘Glorïa in excelsis’ tutti ‘Deo’ dicean, per quel ch’io da’ vicin compresi, onde intender lo grido si poteo. No’ istavamo immobili e sospesi come i pastor che prima udir quel canto, fin che ’l tremar cessò ed el compiési.

E avvegna ch’io fossi al dubbiar mio quasi vetro a lo color ch’el veste, tempo aspettar tacendo non patio, ma de la bocca, «Che cose son queste?», mi pinse con la forza del suo peso: per ch’io di coruscar vidi gran feste.

pero` che forse appar la sua matera sempre esser buona, ma non ciascun segno e` buono, ancor che buona sia la cera>>. <<Le tue parole e 'l mio seguace ingegno>>, rispuos'io lui, <<m'hanno amor discoverto, ma cio` m'ha fatto di dubbiar piu` pregno; che', s'amore e` di fuori a noi offerto, e l'anima non va con altro piede, se dritta o torta va, non e` suo merto>>.

Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia tra poli del mondo Galassia si`, che fa dubbiar ben saggi; si` costellati facean nel profondo Marte quei raggi il venerabil segno che fan giunture di quadranti in tondo. Qui vince la memoria mia lo 'ngegno; che' quella croce lampeggiava Cristo, si` ch'io non so trovare essempro degno;

quand'io senti', come cosa che cada, tremar lo monte; onde mi prese un gelo qual prender suol colui ch'a morte vada. Certo non si scoteo si` forte Delo, pria che Latona in lei facesse 'l nido a parturir li due occhi del cielo. Poi comincio` da tutte parti un grido tal, che 'l maestro inverso me si feo, dicendo: <<Non dubbiar, mentr'io ti guido>>.