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GERASTO. Ho maritata la tua padroncina. ESSANDRO. Con chi? GERASTO. Con un giovane romano, ricco, dotto e bellissimo. ESSANDRO. Chi è questo giovane cosí aventuroso? GERASTO. Cintio, figliuol di Narticoforo, maestro di scola dottissimo. Ci abbiam scritto tante volte che alfin siamo restati d'accordo della dote e d'ogni cosa. ESSANDRO. Come non n'avete fatto parola mai?

Il marito, inchiodato a letto da' suoi continui malori, non aveva potuto muoversi da Genova; però la marchesa Lilla aveva dovuto andar sola in compagnia del medico. Ma su questo capitolo non c'era nulla a dire; il cronista notava candidamente che il sacerdote d'Esculapio, dottissimo, onestissimo e ben voluto da tutte le più spettabili famiglie, aveva i suoi settanta suonati. L'assenza della marchesa durò mesi parecchi, in capo ai quali tornò, ma non risanata. L'aria dell'Oberland non le aveva giovato, come sperava; laonde, trovandosi a disagio in citt

Il cardinale Baronio, che fu uomo dottissimo per quei tempi, piegato il capo sussurrò nell'orecchio del cardinale Aldobrandino, il quale si mostrava nel sembiante soprammodo scandalizzato: Questi benedetti avvocati, quando hanno preso l'abbrivio, ne piantano di quelle che non istanno in cielo in terra!

Un altro personaggio importante, e poco simpatico, che stette fino all’ultimo al fianco di Giuliano, è Prisco, lui pure della scuola di Edesio. Dottissimo, così da avere in sommo della bocca tutta la dottrina degli antichi, bellissimo della persona, era uomo burbero e duro di modi. Non voleva discendere alle discussioni e serbava la sua sapienza, dentro di , come un tesoro, e chiamava scialacquatori coloro che con facilit

Il cardinale Ugo Candido, uomo dottissimo ma ecclesiastico come tutti quelli d'allora, vale a dire punticcio in fatto di donneare, ed inoltre superbo e violento, guarda il pontefice di maniera corrucciata, poi facendo un passo indietro ed un gesto di disdegno, soggiunge: Mi ritiro, santo padre: ma vi ricordo che Ildebrando non mi parlò così il giorno che mi sedusse, e lo feci mutare in Gregorio VII.

II. Se l'impotenza proviene da maleficio, v'hanno anco in questo caso precauzioni da prendere, consigli da dare. Precauzioni del confessore: 1. Non si attribuisca a maleficio ciò che spesso proviene «da verecondia e pudore, o da eccessivo amore, o dall'odio irritato della moglie contro il marito che la sposò contro voglia« sono parole di Zachia, dottissimo medico, riferite da Collat.

Era , sotto la mano, il buon Diego di Deza, dottissimo uomo, savio, e prudente. Parve ottimo anche al re Ferdinando, che con questa trovata aveva l'aria di concedere ogni cosa. Intanto si levava di torno un argomentatore importuno; e guadagnava tempo, che era l'essenziale. Piglia tempo e camperai.

Come fu, come non fu, Luchino, di ritorno da una corsa, beve una coppa di vino, ed è preso da dolori atroci; chiamano quel dottissimo Matteo Salvatico, il quale nel visitarlo impallidisce, guarda in viso alla signora che piangeva e strillava, si pone un dito alla bocca, e chiesto che mal fosse, risponde in aria di oracolo: Un bel tacer non fu mai scritto».

Tale Capitolo si riscontra, o solo, o insieme con l'altro Capitolo di Busone da Gubbio in molti codici della Commedia, e in modo da formar quasi parte integrale del poema. La stessa intima relazione col Commento ha il Dottrinale di Jacopo, come accennò nel 1890 il dottissimo dantista Fr. Roediger, e vi sono pure strette attinenze col Sonetto indirizzato a Guido da Polenta.

Sembrava sonnecchiasse da mattina a sera, cogli occhi socchiusi e una grinza maligna agli angoli delle labbra.... Era stata una cattiva idea di Gian Luigi, quella di presentarmelo; ritornando da Milano, Gian Luigi se l'era condotto seco e me l'aveva anche raccomandato come un amico ottimo, un uomo di spirito, dottissimo in tutte le eleganze.... Io però mi chiedeva che cosa trovasse in me di così interessante, da volermi sempre a passeggio o alle gite con lui: che cosa potesse offrirgli la mia casa, da frequentarla con rigida osservanza....