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Prendila allora come correttivo, e non dolerti col messaggero, perchè l'ho portata io. Dove l'hai presa? A Pievepelago, dove sono andato stamane. Me l'ha consegnata un servitore, che domandava appunto all'albergatore del Falco reale se ci fosse qualcheduno per rimettere una lettera al conte Malatesti, a Querciola.

Non hai tu disse Liberato di ciò troppo da rammaricarti e da dolerti, che dove una fiata portasti sopra gli omeri tuoi il nostro Signore, leggerissimo e soave peso, ne la santa cittá di Ierusalem, ora ti converrebbe portare i suoi vicari e suoi discepoli per oscuri boschi e per le frondute selve, discorrendo or in qua or in , a le maggiori fatiche del mondo, senza che oltre al convenevole saresti carico d'una gravissima soma, in maniera che staresti male.

Bene hai dunque ragione di dolerti, e voglio che tu e gli altri servi miei stiate in continua amaritudine de l'offesa mia e compassione de l'ignoranzia e danno loro, con la quale ignoranzia m'offendono. Come questo ponte, essendo salito al cielo el de la Ascensione, non si partí però di terra.

Unde Io ti dico che, se tucti gli altri peccati che essi hanno commessi fussero da l'uno lato, e questo solo da l'altro, mi pesa piú questo uno che gli altri, per lo modo che decto t'ho, come Io tel manifestai, acciò che tu avessi piú materia di dolerti de l'offesa mia e della dapnazione di questi miserabili, acciò che col dolore e con l'amaritudine tua e degli altri servi miei, per mia bontá e misericordia, si dissolvesse tanta tenebre quanta è venuta in questi membri putridi, tagliati dal corpo mistico della sancta Chiesa.

A me molto non è perdere i passi, perduta avendo ogni altra cosa mia; ma tu per balze e ruinosi sassi cerchi entrar in pregione; e così sia. Non hai di che dolerti di me, poi ch'io tel predico, e tu pur gir vi vòi. 62 Così dice egli, e torna al suo destriero, e di quella animosa si fa guida, che si mette a periglio per Ruggiero, che la pigli quel mago o che la ancida.

PANURGO. Non puoi dolerti che l'inganno non sia sottilmente trovato, accortamente esseguito e con gran credenza accettato. ESSANDRO. L'inganno che mostrò cosí buon principio, ha cattivo mezzo e ará pessimo fine. Quella speranza che fiorendo dava presaggio di felicissimi frutti, or è spenta del tutto. PANURGO. La cagione?

O padre, non puoi dolerti piú di me, che t'abbia ingannato e non dettoti il vero: mi desti danari per riscattar la sorella e la madre, ecco v'ho riscattata la sorella e condottala a casa tua: e hai avuto da me quanto hai desiderato. io posso dolermi se non di me stesso, perché solo ho ingannato me stesso. CONSTANZA. Figlio, del male almen n'è uscito un tal bene.

In mezzo all'effusione dei trasporti della tua amante e del tenerello suonatore di arpa, mi sono svegliata. Ti confesso che mi è dispiaciuto di destarmi così presto. Ebbene, mi dirai tu, amata sorella, a che riaprire le più funeste piaghe del mio cuore? Pur troppo ho perduto il mio idolo, pur troppo a quest'ora Esmeralda non respira più le aure vitali! No, mio caro fratello, il mio sogno non dee dolerti; esso è un avviso del cielo. La misera tua amica, in preda all'aberrazione sua mentale, scomparsa dal convento di Santa Chiara, quando pur fosse caduta vittima della sua frenesia, non si riunir