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Se ti fa piacere il.... come ha detto Ariberto?... il favore mondiale, rispose poi, io sono certo contento: ma non avevo bisogno d'un plebiscito di questo genere per volerti bene.... Ariberto comprese che Folco Filippeschi era piccato, e mutò subito discorso. Gioconda intuì a sua volta che Folco rammentava il giuoco di casa Dobelli, l'arte di risvegliar in lui la gelosia; e si morse le labbra.

Aveva saputo così che il giovane pensava di sposare quella.... come si chiama?... Dobelli Gioconda, scrivana o cucitrice, e gli aveva spedito incontro il marchese Corradino Àutari suo cognato.

Ma Folco riflettesse: sposando quella ragazza, non avrebbe mai più riveduto padre, madre, sorella; questi, dal giorno in cui egli avesse dato nome e titolo di contessa Filippeschi alla predetta Dobelli Gioconda, lo avrebbero pianto per morto.

Che nome gli darete? domandò Piero. Nomi di casa Filippeschi: Manfredi o Lillia, dichiarò la contessa. E il padre del conte, la madre, la sorella? domandò Delfina. Tutti come morti. Folco ha scritto e riscritto, ha mandato amici, e non ha ottenuto nulla. Duri, gli animali! si lasciò scappare il signor Dobelli. Però, a me non dispiace, vedi? riflettè Delfina. Gente di carattere: si sente la razza.

Interrogatosi alfine, durante una notte di cui ricordava ancora i dubbii, le ansie, la veglia angosciosa, s'era detto ch'egli amava Gioconda Dobelli, che non avrebbe mai amato tanto, che non avrebbe potuto vivere quand'ella fosse stata moglie d'altri.

Così Folco entrò in casa Dobelli e prese a poco a poco dimestichezza con la fanciulla; fu tralasciata l'abitudine serale del caffè; i due giovani sedettero alla stessa tavola, gomito a gomito, l'uno dettando, l'altra scrivendo rapidamente a macchina, poi rileggendo e correggendo i manoscritti....

La signora Delfina e il signor Piero Dobelli rimasero sbalorditi apprendendo da una conoscente chiacchierina che la contessa Filippeschi era da otto giorni a Milano. Dopo quattro mesi di assenza, da otto giorni a Milano, e non aveva avvertito la famiglia del suo arrivo, era andata a trovarla.... Che cosa si fa? chiese Delfina.

Era stato il solo, fra gli amici di Folco, che in quella baraonda di gente avesse tenuto il contegno adatto. Egli poteva prendersi lievemente beffe di Giustina Baguzzi o di qualunque altra signora caduta in quella riunione come una mosca nel latte; ma Gioconda Dobelli, fatta quel giorno contessa Gioconda Filippeschi, non era, non poteva, non doveva essere che la contessa Filippeschi, moglie di un gentiluomo suo amico: nessuno aveva diritto a chiedere perchè, a rammentar la mancanza di cinque secoli di nobilt

Ella era riuscita a togliergli dall'animo o almeno a calmare l'amarezza per l'inesorabile contegno della famiglia di lui. La quale, prima ancora ch'egli confessasse, aveva saputo le sue intenzioni di matrimonio, perchè il signor Piero Dobelli aveva chiesto precisi ragguagli sullo stato finanziario di Folco, e Folco s'era dovuto provvedere dei documenti che gli occorrevano.

Che se i signori Dobelli, e la voce di Folco Filippeschi si fece timida, mentre gli si scoloriva il volto pel batticuore, avessero voluto vedere in quel dono una speranza, una promessa, un vincolo, egli ne sarebbe stato felice; e allora avrebbe pregato Gioconda di leggere ciò che l'anello diceva nella faccia interna.