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Tu credi dunque che la sia una messa quella che quel vescovo di Satana ha divorata al galoppo? Gli è tutto ciò che io voleva dimandare alla M. V., rispose il conte umilmente. Quel bellimbusto è sempre il vescovo del diavolo per V. M. Sicuramente, sicuramente.... più che mai, replicò il re. Allora?.... Idiota, triplice idiota! scoppiò il re volgendogli le spalle e rimettendosi in ginocchio.

Correvano ancora come due fanciulli attraverso i prati del parco, o sotto i boschetti, mangiavano insieme le frutta seduti sull’erba, egli la contemplava in silenzio, gli pareva la più bella pesca matura della villa, l’avrebbe divorata viva e la invitava a fare una merendina nel nido come nei primi tempi, ma adesso ch’egli mostrava di andarci tanto volontieri, e senza paura delle biscie, essa non voleva andarci più, e furono vane tutte le preghiere.

Anne-Marie mi tiene il cuore nelle manine candide. Come potrei strapparlo a lei? «Dimmi tu, dimmi tu! Come potrei lasciarla? «O allora, come potrei condurla con me? Pensa pensa e rispondi. «Caro Selvaggio, io sono una delle «divorate». Non esisto più. La mia piccola Anne-Marie mi ha divorata. Ed è giusto, ed è bello, ed è santo che sia così. Essa mi ha consumata, e io ne sono lieta.

Voi non giungete oscuro sul trono. E vi fu un momento in Italia, Sire, in cui gli schiavi guardarono in voi siccome in loro liberatore; un momento che il tempo v'aveva posto dinanzi, e che, afferrato, dovea fruttarvi la gloria di molti secoli. E vi fu un altro momento in cui le madri maledissero al vostro nome, e le migliaja vi salutarono traditore, perchè voi avevate divorata la speranza e seminato il terrore. Certo, furono momenti solenni, e voi ne serberete ancora gran tempo la memoria. Noi abbiamo cercato sul vostro volto i lineamenti del tiranno; e non v'erano; l'uomo che avea potuto formare un voto santo e sublime potea discendere a un tratto fino alla vilt

FILACE. , signore; e omai se l'han divorata e menano le mani assai valorosamente. PANFAGO. Son usati a menarle su le funi a' servigi della nave. FILACE. Eccoli che vengono fuori. PANFAGO. Avviatevi innanzi alla nave, sgombrate tosto: che fate? non vo' che vegnate meco, ch'io verrò appresso.

E dire che era lui, lui che avrebbe dovuto sposarla! Era stato amato da quella donna! Cento volte essa gli aveva ripetuto: Ti amo, ti amo, ti amo!... E l'aveva baciata mille volte su quei capelli biondi, su quegli occhi perfidi, infami!... L'aveva divorata, divorata di baci, quella bocca ironica, sprezzante! Ma era vero?

La sua tonda faccia di metallo in fusione tutta divorata dalla sua stessa bocca urla: Fooc! Squarcia di vampa rossa-blu fra le case. Spraang spraaang di granate sulle creste verdi. Un secondo pezzo è puntato. Le mie due mitragliatrici riprendono il loro ritmo di laminatoio. Tatatatatatatatatata. Fermate il fuoco!

Dovevamo aver fame, perchè eravamo ancora con l'ultima costoletta e l'ultimo risotto che avevamo mangiato al Castello. Romussi mi fece sapere che aveva divorata la sua pagnotta fino all'ultima briciola. Coi suoi denti da mastino e il suo apparecchio digestivo sempre in ordine, ne avrebbe mangiata un'altra. Gli altri la sbriciolarono. Minestra! Uh! sentii dire. Era un uh! che traduceva la nausea.

Ezio non diede segno di capire, ma si mosse per salutare la bella marchesa Lenzi che montava sul ponte in compagnia di due giovinette sue nipoti e di don Gino Corsi. La Lenzi, che dopo aver divorata tutta la sua parte di felicit

Per alcune settimane era stata divorata dalla gelosia e non aveva fatto altro che osservare ogni atto, ogni passo di Alberto; era ritornata parecchie volte nella via dove le era apparsa la donna sconosciuta, aveva interrogato, cercato, spiato; allargando i confini del suo sospetto geloso, si era messa a sorvegliare tutte le donne che Alberto vedeva, compresa la signora Merelli.