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Nossignora rispose il cavaliere. Ma non sono che le 10... Desidera accomodarsi? E additò presso una panca ove ci sarebbe stato posto per lei e per la bambinaia. Grazie replicò Diana. Sto ritta volentieri. Il capo stazione indirizzò un complimento a Bebè che s'era pacificata e coi suoi ditini pizzicava le guancie all'Irene. Come s'è fatta grande! Avr

La finestra, dietro il palazzo, dava in una viuzza nascosta da un vivaio di sempreverdi: aveva una inferriata a mandorla, che permetteva appena una stretta di mano, e quando Lalla si appoggiava sui regoli, Sandro, più bianco d'un panno lavato, le baciava in estasi i bei ditini, senza più sapere in che mondo si fosse! Quelle ore erano la vita, la felicit

Mi fe' sedere e volle assolutamente che io assaggiassi ancora di quel tal suo vinettino. Uscì e tornò colle bottiglie e si diede a giocar di cavaturaccioli, prima che io avessi avuto tempo di aprir bocca sempre ripetendo ufficiosamente fra i denti: Cospetto, cospetto, due ditini, due ditini. Versò, poi disse: Gi

L'infante rimase stupefatto a guardarlo coi ditini stesi nel suo guanto bianco; aperse la bocca come per piangere; poi gli venne un'idea più amena. Prese il resto della chicca che aveva nell'altra mano, e cominciò a mangiare anche lui, sorridendo a Carlo con aria d'intelligenza. Più tardi cominciò a cadere un nevischio gelido; scese la nebbia.

Il curato evitò di rispondere. Bevete, caro Bazzetta? domandò. No, grazie, ben, due ditini, due soli ditini.... troppo incomodo. E rivolto a me: Io e il signor curato, non s'è mai avuto in venti anni una parola da dire, vero don Luigi? Bevette il secondo bicchiere, strizzò l'occhio luccicante, e ripetè schioccando colle labbra: Un uomo raro.

La bella donna pareva tutt'intenta nel piacere d'assaporare una pera che tagliava lentamente fra i ditini rosei bagnati dal succo. Ti ringrazio, Nino.... ma per ora non posso: forse in seguito profitterò del tuo gentile invito.

Non era rancore, ma non era neppure gioia, soddisfazione, compiacimento del nuovo fiore di vita non ancora compiutamente schiuso, avviluppato dalla inconsapevolezza che guardava senza discernere come scorgevo dalla pupilla non schiarita e dai movimenti, vaghi, annaspanti, dei minuscoli ditini. E fui lieto che mia madre la riponesse sul guanciale e tornasse a ricoprirla col velo.

, certo, fame e sete! Si sta in piedi per quella santa della signorina Maria! Se vedeste come lavora e notte, con quei ditini, per aiutar la casa! Vedete, quando ci penso, non mi d