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Ma fu dapprima distratto da quella crociata ch'ei fece col fratello san Luigi in Africa, dove questi morí ; e sempre poi dal disegno di riconquistar l'imperio greco.

Il venerdì, dopo pranzo, si era trovato solo coll'Elena presso il solito tavolino, che gli richiamava tante dolci memorie. Parlavano di Vincenzo, del gran giorno dell'ordinazione; ma Vicenzino era distratto. Dalla finestra aperta la luce chiara batteva sul capo dell'Elena, ed un leggero soffio d'aria le agitava i riccioli sulla fronte e sul collo.

E stese la mano all'ufficiale, che gliela strinse sorpreso e distratto. Vi fu un istante di confusione, di parole gentili e di complimenti. Dopo di che il principe chiamò: un servo accorse. Prega donna Maria di recarsi qui all'istante, disse. Poi, volgendosi al superiore: Ma narratemi, padre, narratemi come mai.... Donna Maria entrò. Rimase immobile per la sorpresa.

E Roberto, affannato da un pensiero, sebbene in vista ilare e distratto, toccava una bottiglia, sin allora rimasta in disparte. Beviamo pure! rispose Domenico. E i due amici propinarono. Roberto però avea gittato soltanto una goccia del liquore nel suo bicchiere.

Lei forse l'ha conosciuta, conte? Duccio parve esitare. Io? disse. Conosciuta dove? Al suo albergo; dev'essere arrivata lo stesso giorno in cui è arrivato lei: una signora esile, coi capelli castani, elegantissima: una vera signora, in una parola. , mi sembra d'averla intraveduta, rispose Duccio come distratto.

Don Alessio fece accendere i lumi, fece preparare il tavolino, e la partita cominciò. Danaro. Prendo con una donna. Bastoni. Spade.... Ma il reverendo giocava molto distratto. Egli non solo perdette quella partita ma cinque o sei altre in fila: sicchè don Alessio non ci capiva proprio nella pelle a cagione di quel fortunato accidente non mai successo dacchè giocavano; e si rifaceva motteggiandolo.

Le permise di avere il suo giorno di ricevimento, come una gran dama; cioè il permesso se lo prese lei, senza chiederlo. Lui vi faceva delle rapide comparse, un po' distratto, impacciato. Lei, in collera per vedergli la cravatta di traverso o le mani tinte di colore, mormorava, scuotendo la sua soave testolina bionda: Questi artisti! Poi la condusse anche al ballo.

Abbiamo un conto da accomodare mi disse. E poichè, essendo alquanto distratto, non mi raccapezzava, egli soggiunse: Quell'affare dell'orologio. Sa benissimo. E il bacio e pap

E i miei tre satelliti? Quelli non li ho studiati ancora. Mi ha tanto distratto quel Terenzio Spazzòli! , ho ben veduto che non lo hai molto gradito. Di' pure che m'è venuto a traverso, come una lisca di pesce in gola. Il diavolo se lo porti! ci voleva proprio lui, qui, per dire di avermi incontrato a Montecarlo e veduto in una gara di pistola.

Passava e ripassava, distratto, le dita nella tigrata pelliccia elettrica. E se all’improvviso usciva a dire una delle sue memorabili frasi, pareva ne avesse estratta l’ispirazione dalla taciturna sapienza dell’idolo felino dagli occhi verdi. Infinite cose di bellezza lapidaria egli disse così, sospeso fra il sogno e la realt