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Ben puoi tu dire: «I’ ho fermo ’l disiro a colui che volle viver solo e che per salti fu tratto al martiro, ch’io non conosco il pescator Polo». Paradiso · Canto XIX Parea dinanzi a me con l’ali aperte la bella image che nel dolce frui liete facevan l’anime conserte; parea ciascuna rubinetto in cui raggio di sole ardesse acceso, che ne’ miei occhi rifrangesse lui.

Gia` era l'angel dietro a noi rimaso, l'angel che n'avea volti al sesto giro, avendomi dal viso un colpo raso; e quei c'hanno a giustizia lor disiro detto n'avea beati, e le sue voci con 'sitiunt', sanz'altro, cio` forniro. E io piu` lieve che per l'altre foci m'andava, si` che sanz'alcun labore seguiva in su` li spiriti veloci;

Non circo che se aquieti il mio tormento Non dimando pietade mercede Non disiro esser lieto contento Non bramo amor più non, bramo fede Non voglio più de canti alcuno accento Non vo' più ben, che a me non se richiede Ma voglio tutte le mortal ruine Per giunger presto al desiato fine

Ben puoi tu dire: <<I' ho fermo 'l disiro si` a colui che volle viver solo e che per salti fu tratto al martiro, ch'io non conosco il pescator ne' Polo>>. Paradiso: Canto XIX Parea dinanzi a me con l'ali aperte la bella image che nel dolce frui liete facevan l'anime conserte; parea ciascuna rubinetto in cui raggio di sole ardesse si` acceso, che ne' miei occhi rifrangesse lui.

comparata al sonar di quella lira onde si coronava il bel zaffiro del quale il ciel piu` chiaro s'inzaffira. <<Io sono amore angelico, che giro l'alta letizia che spira del ventre che fu albergo del nostro disiro; e girerommi, donna del ciel, mentre che seguirai tuo figlio, e farai dia piu` la spera suprema perche' li` entre>>.

e dentro a quei che più innanzi appariro sonava ‘Osanna’ , che unque poi di rïudir non fui sanza disiro. Indi si fece l’un più presso a noi e solo incominciò: «Tutti sem presti al tuo piacer, perché di noi ti gioi.

e dentro a quei che piu` innanzi appariro sonava 'Osanna' si`, che unque poi di riudir non fui sanza disiro. Indi si fece l'un piu` presso a noi e solo incomincio`: <<Tutti sem presti al tuo piacer, perche' di noi ti gioi.

S'io tenea per vagezza in man un fiore Hor disiro tenir, un mordace angue. che 'l tosco, a' tristi par dolce liquore. Se 'l mi dispiaque versar l'altrui sangue Hor far vo' altrui morir per esser morto: Che 'l fin suo brama, quel che a torto langue. S'io cercai lieto giunger sempre in porto Hor lieto cerco giunger ne lo inferno: che a' miseri non è poco conforto.

e dentro a quei che piu` innanzi appariro sonava 'Osanna' si`, che unque poi di riudir non fui sanza disiro. Indi si fece l'un piu` presso a noi e solo incomincio`: <<Tutti sem presti al tuo piacer, perche' di noi ti gioi.

Ben puoi tu dire: «I’ ho fermo ’l disiro a colui che volle viver solo e che per salti fu tratto al martiro, ch’io non conosco il pescator Polo». Paradiso · Canto XIX Parea dinanzi a me con l’ali aperte la bella image che nel dolce frui liete facevan l’anime conserte; parea ciascuna rubinetto in cui raggio di sole ardesse acceso, che ne’ miei occhi rifrangesse lui.