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Bisogna aggrovigliare tutti i fili dei dischi, Legarli con delle liane!... Non resistono? Leghiamoli con ciuffi di ginestra! Presto! Strappiamo i cuscinetti di rame!... Dammi la chiave inglese per svitare le rotaie! Giacomina! Giacomina! Vieni con me a fracassare quel disco, a sassate! Dov'è la moglie del maniscalco? Un magnano, ci vuole! Giovanni! Giovanni il tornitore! Ah! quel povero vecchio è paralitico! Portatelo qua in un carretto! C'insegner

Pover'uomo! Tutte le avventure del viaggio, tutte le grandi cose vedute, non lo avevano liberato da un pensiero doloroso che gli toglieva la pace fin dalla prima settimana del suo soggiorno in Tangeri. E questo dolore era una gelatina mal riuscita, fatta da lui un giorno che aveva pranzato in casa il Ministro di Francia; gelatina che aveva dato il primo crollo alla sua riputazione nel concetto dell'Ambasciatore, e che pure era riuscita male non per colpa sua, ma perchè il Marsala era cattivo. Fez, la corte, Mechinez, il Sebù, l'Oceano, egli li aveva visti, egli vedeva tutto a traverso quel disco di brodo condensato. O piuttosto non aveva visto e non vedeva niente perchè il suo corpo era bensì nel Marocco, ma l'anima viveva in piazza Castello. Gli domandai le sue impressioni di viaggio: erano poca cosa. Egli non sapeva capire chi potesse essere quella bestia che aveva stampato quel paese. Mi raccontò delle sue fatiche, delle sue liti cogli sguatteri arabi, delle difficolt

E poi ella soggiunse con un sorriso fuggevole accompagniamo il sole. L'accompagnarono per poco. Per poco la Teresa dovette con l'ombrellino difendersi dai raggi che venivano a batterle in viso; poi il disco luminoso si nascose dietro la linea dell'orizzonte, lasciando dietro di un rosso più intenso che digradava via via nel roseo, nell'arancio, nel bianco, nel verdognolo, nel violetto.

Tre lampade, alimentate d’olio d’oliva, ardevano dolcemente nell’aria umida del sacrario; dietro un cristallo, l’idolo cristiano scintillava con la testa bianca in mezzo a un gran disco solare; e le pareti sparivano sotto la ricchezza dei doni.

Ildebrando, che con le pupille spalancate ed immobili era restato a guardarla, quasi avesse voluto in quello sguardo racchiuderla, serrarla come la mano del catalettico serra piccolo disco, divorarla con avidit

La luna spuntò alfine ad oriente; e mentre Santa-Fè contemplava con ammirazione il suo disco atraverso le nubi, fu scosso dalle voci delle guide che lo chiamavano. Tornò subito alla grotta, e la di lui presenza calmò Bianca ed il conte, inquieti per la sua assenza.

«Sull'eccelsa vetta ove son giunto, un freddo polare agghiaccia il mio sangue, il disco del sole gi

Dalle vette eccelse di monte Puccio sorgeva il sole colla sua corona di fuoco a diffondere la luce dorata de' raggi sui boschi e sui vigneti. Irradiati da quel sublime splendore i ruscelli brillavano serpeggianti fra i prati verde-biancastri smaltati dall'armonico velo dei fiorellini azzurri e gialli, e gli uccelletti svegliati dal leggier fruscio delle foglie agitate dalla brezza del mattino volavano liberi e garruli nell'aria tepida per poi posarsi festanti sulle cime degli alberi più alti. Era la natura che, riposata nella pace della notte, si risvegliava e ritornava per l'influsso arcano del disco fondatore alla vita del ; erano i figliuoli della terra che col cessar delle tenebre cessavano dal sonno, e uniti in poetica concordia innalzavano il saluto degli effluvi e dei canti. Era proprio la primavera, col rigoglio della gioventù, colla bellezza del cielo e del creato, col balsamo degli zefiri delle montagne; e l

Il sole tramontò quella sera sotto un padiglione immenso di nuvole color d'oro e di bragia, e lanciando rasente la pianura i suoi ultimi raggi sanguigni, calò dietro la linea diritta dell'orizzonte come un enorme disco rovente che si sprofondasse nelle viscere della terra. E la notte fece freddo!

Bene; ed io che ti sono amico, io che son passato per la tua stessa trafila... A proposito, c'è un verso di Virgilio che dice a un dipresso la medesima cosa; ma io non ho più pratica col latino. Aiutami un po'; gli è un verso della regina Didone... Ah , non ignara mali, miseris succurrere disco. Tristano, tu hai proprio un cuor d'oro. Così avessi le tasche. Ma via, non ci lagniamo.