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Riconduci quest'alma al tuo Diletto; Digli che sempre in esso e in te sperava. Digli che tu di confidar m'hai detto! Digli che il danno mio t'addolorava, Digli che l'amor tuo salvo mi vuole, Digli che a te dal Golgota ei mi dava! Tai dalla madre udendo alte parole Arrider

Quant'ha che tu non l'hai veduta? CLEMENZIA. Son piú di quindici giorni. Oggi volevo andarla a vedere. VIRGINIO. Intendo che quelle monache la voglion far monaca e dubito che non gli abbin messo qualche grillo nel capo, come è lor costume. Va' fin , tu, e digli da parte mia che ella se ne venga a casa. CLEMENZIA. Sapete?

Se lo potessi trovare aperto anch'io un solo istante, sarei salva.» E in brevi parole narrò alla cameriera la sostanza del suo colloquio con Montoni, quindi soggiunse: «Corri subito da Lodovico; digli ciò che ho da temere, e ciò che ho sofferto: pregalo di trovare un mezzo di fuggire senza dilazione, e di ciò mi fido intieramente nella sua prudenza. Se vuole incaricarsi della nostra liberazione, sar

Il Re, levando gli occhi al firmamento per un pensiero che spontaneo gli si suscitò in mente di ringraziare il Signore, vede la schiera di riscossa francese che stendendosi sul pendío della collina del Roseto dechinava al piano, e ordina al corriero: «Va, va, torna a Giordano, e digli che si guardi, perchè non abbiamo anche vinto

CLERIA. Dunque, poiché t'è cosí aperto e nudo il cor mio come la fronte, perché non gli manifesti quanto l'amo? ESSANDRO. Anzi, egli si duole di me che non gli manifesti il suo amore: alfin, io sarò la cagione d'ogni male. CLERIA. Anzi, la radice e fonte d'ogni bene. Va' dunque, Fioretta mia, e digli che avendomi comandato che volea ragionarmi, ecco ch'io sono apparecchiata;...

Si tennero un momento per mano, guardandosi; poi, con moto concorde, si accostarono, si baciarono sulle due guance. Chinatasi sulla piccina, la straniera le prese la testolina fra le mani, la baciò sulla fronte. Rammenta tu allo zio che vogliamo vedere altre statue. Digli che ti scolpisca lassù!... Strinse la mano a lui da ultimo, dopo aver preso congedo da tutti gli altri.

ESSANDRO. Andrò volontieri. CLERIA.... ch'io piango e ch'io muoio.... ESSANDRO. Sará fatto... CLERIA.... E se m'ama, che venghi presto.... ESSANDRO.... quanto comandate.... CLERIA.... E se mio padre non si contenta darmelo per sposo, digli ch'io vo' fuggirmene seco nella fin del mondo. ESSANDRO.... Volete altro? CLERIA. Non altro; raccomandamegli strettamente.

«Ah no; dimenticavo un nome. Brutta cosa l'essere ingrati in un'ora solenne come questa! Mando un saluto al duca di Feira, a quell'uomo di cuore che mi ha stesa la mano, che m'ha sovvenuto generosamente in una trista congiuntura. Digli che muoio benedicendolo, poichè a lui sono debitore di poter morire onorato.

Oh, digli che parta! urlò terribilmente, o ch'io non mi trattengo più, e lo schiaccio come un verme. Emilio s'avviò lentamente; quando fu sulla soglia si volse: A domani! disse, e partì.

Senza Ugo, : e mio nipote ascolti: Ildebrandino andò al fondo di torre dove sapeva che era stato chiuso Guidello: lo trovò rabbioso di fame, lo trasse su, lo fece rifocillare, poi lo accommiatò così: Va, araldo del malanno, tromba di vergogna. Io ti lascio e ti comando questo: torna al tuo signore e digli che con Ildebrandino c'è Oberto.