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122 che dopo una trista e brutta pruova, con tanta fronte or gli tornava inante. Dicea: Questa mi par cosa assai nuova, ch'essendo voi guerrier degno e prestante, costui compagno abbiate, che non truova, di vilt

48 Questo è il buon cavallier, di cui dicea, quando l'isola d'Ischia vi mostrai, che gi

Anticamente per alcun parentado giurato in Firenze e non osservato tra Bondelmonti e gli Amidei della detta terra, gli Uberti colla parte ghibellina di Firenze tra loro per cotale disdegno consigliando pruoposero che a quel ch'avea promesso il detto parentado, cioè a messer Bondelmonte de Bondelmonti fosse tagliato il naso, e chi dicea che d'una cosa fosse battuto, e chi d'un'altra, tra' quali messer Mosca Lamberti affermando che fosse morto propose, dicendo che cosa fatta avea capo.

V enne la ninfa chiesta finalmente, E tutto di rossore il viso ammanta. Lascivia. G alanta mia dicea l'imperatrice A lza la fronte e mira il novo amante!

disse: e di dolor grave i sembianti Fiso lo sguardo in Ebrain volgea; L'antico servo se n'andava in pianti, E con singulti al suo signor dicea: Non sorga giorno di dolor cotanti; Ma se pur ne verr

37 Dicea Sobrin: Che più vittoria lieta, signor, potrebbe il tuo inimico avere, che la tua morte udire, onde quieta si speraria poi l'Africa godere? Questo contento il viver tuo gli vieta: quindi avr

Se il quartese de' furti gli darete, v'insegnerá a rubar, nel predicare. L'altro dicea: Se ben l'ascolterete, tutti i castighi, ch'ei sa minacciare, saran sospesi in ciel, se noi gli diamo nelle borse i quattrin che addosso abbiamo. Diceva un altro: Notate voi bene come fa grande il foco al purgatorio? come per levar l'alme dalle pene chiede danar per lui dall'uditorio?

Marfisa n'ebbe un lago di piacere; da' piè le corse il sangue all'intelletto; e non aspetta altro messo o corriere, ché del guascon ragionava il viglietto e le dicea: «Venite tosto e sola, ch'io v'ho a dir molto grata una parola». Era il meriggio, era di maggio il mese, il foglio a pranzo invitava la dama.

Roteando cantava, e dicea: <<Quali son le mie note a te, che non le 'ntendi, tal e` il giudicio etterno a voi mortali>>. Poi si quetaro quei lucenti incendi de lo Spirito Santo ancor nel segno che fe' i Romani al mondo reverendi, esso ricomincio`: <<A questo regno non sali` mai chi non credette 'n Cristo, ne' pria ne' poi ch'el si chiavasse al legno.

Venìa meco Tancredi, ed ammutiti Or contemplando questo, or quell'obbietto, Più gioïvam perchè fra noi partiti Sensi cotanti d'intimo diletto Scorger ne fean quanto da Dio forniti D'unanime eravam mente ed affetto: Tacean le lingue, ma l'alterno sguardo Il söave dicea sentir gagliardo.