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E grazie a lui, il calesse che doveva condurre i viaggiatori a Napoli fu trovato immantinente, ed il cocchiere fu obbligato a mostrarsi ragionevole e cortese. Vi sono delle circostanze in cui il despotismo si benedice! Si giunse a Napoli la sera. Il cocchiere depositò le sue vittime in una locanduccia del Pendino. Un'ora dopo, il barone di Sanza stringeva la mano del suo compaesano.

Nei caffè, nelle bettole, nelle piazze egli predicava come un maniaco contro il despotismo di Ponzio Pilato, contro i vili infamissimi arbitrii della imperiale regia Polizia. Commiserava il povero popolo, annunziava un'êra di abbondanza e di ricchezza universale; e mentre il Divino Maestro insegnava l'umilt

Mi limito a non trovarli stimabili. Un despotismo stupido, assiso sopra due istituzioni: la Chiesa e la Polizia, schiacciava Napoli. Napoli cospirava. Quella cospirazione mise capo alla proclamazione d'una costituzione, nel 1820 e nel 1848. Ed occorse che il principe di Metternich mandasse degli eserciti per ristaurare i Borboni in qualit

Lo straniero ed il prete gozzovigliarono nel più puro sangue italiano e la iena di Roma rimontava il suo trono contaminato sui cadaveri dei cittadini suoi fatti sgabello! Ecco la storia secolare del papato che il despotismo cerca di eternare in Italia!

Gl'interrogatorî di queste famose delinquenti dovevano essere presi a parte. Il despotismo nulla ignora di questa morte morale delle anime: l'isolamento e le torture dello spirito. Il selvaggio cavallo delle Pampas, i suoi primi passi verso l'addomesticamento li fa con due giorni di corda corta e nessun alimento od acqua.

Il tuo popolo come il resto dei popoli della penisola, passato sotto le verghe dello straniero, ha perduto la gloriosa impronta di grandezza che lo distingueva ai tempi di Venier e di Dandolo. Come i suoi fratelli si è intisichito d'anima e di corpo e come a loro non gli resta che la millanteria dei tempi passati. Pare impossibile! a qual punto le nazioni sono corrose dal despotismo e dal prete.

Solo alcune code¹ e neri, peste dell'umana famiglia, adocchiavano furtivamente lo spettacolo da dietro i vetri delle finestre, e si ritraevano cauti, tementi di contaminare gli occhi loro da rettili arrestandoli nelle franche e maschie fisonomie di cotesti nemici della menzogna e del despotismo, oppure tementi che il popolo, conscio delle loro scelleragini, non li scovasse e li precipitasse sul lastrico.

Se non vi fossero schiavi, non vi sarebbero tiranni, e non vi sarebbero tiranni se non vi fossero satelliti! La tirannide è figlia della corruzione dei popoli, e quanto più una nazione è demoralizzata, tanto più facile riesce al despotismo di aggiogarla.

«Io non ho mai potuto concepire come un contadino, che vi sa fare i conti meglio d'un matematico, possa credere alle mille menzogne propagate dai preti. Eppure il contadino con tutti i suoi vincoli e le sue miserie è il più fermo sostegno del despotismo e dell'impostura.

E veramente: in quella povera Venezia, surta appena dalla tirannide straniera, formicolava ancora gran parte di quella canaglia, che rende il despotismo possibile, vendendo l'anima a quattrini e molta se ne poteva distinguere da occhio esperto frammischiata al buono ed onesto popolo.