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Dentato condusse la brigata di Silvio verso il picchetto de' birri stanziati alla porta del carcere e ciò non era difficile essendo lui sergente di guardia ed avendo i dragoni la custodia esterna del palazzo. Era inteso che egli non doveva svelarsi, potendo giovare di più se l'affare si fosse andato ingrossando.

Un istante di silenzio successe a queste ultime parole. Allora Dentato: "Poiché hai deciso di tentare questa notte, dovremo aspettare almeno sino alle dodici. Allora direttori e custodi saranno in potere di Bacco e forse gi

Poi impaziente di farla finita, rivoltosi a Dentato: "il mio piano" soggiunse, "è questo: io andrò dal custode delle carceri con Muzio per le chiavi e tu guida Silvio co' suoi dieci per assicurarti dei birri collocati alla porta delle prigioni".

"E così sia" rispose Dentato; "Scipio (il dragone che annunziò Silvio) ti condurr

Uno degli instigatori principali della sommossa era stato il nostro sergente di dragoni, Dentato. Uscito dalle torture dell'inquisizione che avea sostenute con uno stoicismo degno de' tempi antichi avea giurato di vendicarsi alla prima occasione e non l'avea perduta.

"Qui, siccome ti ho avvertito", riprese Dentato il sergente dei dragoni; "fu la scorsa notte verso le undici, e lo hanno rinchiuso in una segreta come fosse un gran delinquente. Dicono però che presto lo trasporteranno in castel S. Angelo, essendo queste prigioni soltanto di transito". "E si sa per ordine di chi sia stato arrestato?" riprese Attilio.

Povero Dentato! il bravo sergente de' dragoni che facilitò l'evasione di Manlio. Dentato era messo alla tortura mattina e sera per strappargli di bocca la delazione dei complici!

Infelice Dentato! i suoi carnefici rapportavano ch'egli aveva confessato complici e quindi nuovi arresti, nuovi tormenti, e nuove torture! Ecco! come da tanti secoli è trattato questo nostro povero paese, ed il mondo tollera questi carnefici, li protegge, li impone all'Italia!

Egli vuole insudiciare l'anima, e quando il sofferente svenuto pei patimenti articola un'indistinta parola, egli la raccoglie e l'interpreta a modo suo, spargendo la vergogna e l'infamia sul capo dell'infelice torturato. Il povero Dentato così scontava il suo amore per l'Italia e per Roma nelle unghie dei luciferi umani, e non era il solo!

Dentato, il canuto operaio che aveva assistito a quest'ultima pugna, vedendo ogni speranza svanita, pratico come era del sito, col favore delle tenebre guadagnò il lavatoio, poi il sotterraneo e chiuse su quella scena di sangue la porta di dentro e la sbarrò come poteva meglio.