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La piú ricantata ne' crocchi, tanto dai furbi quanto dalla buona gente che si lascia abbindolare da chi ha piú voce in capitolo, è che le dottrine romantiche sieno la teoria dell'assoluta mestizia e dell'orrore, e che nessun componimento poetico possa essere lodevolmente romantico se non è una vera galleria di tutte immagini lugubri, di atrocitá, di spaventi, ecc. ecc.

Restò qualche tempo nell'atteggiamento dell'orrore: i di lei sguardi erravano per la camera, come se avessero seguito qualche oggetto. Una monaca la prese dolcemente per la mano onde condurla fuori. Suor Agnese si calmò, mise un sospiro, e disse: «Esse sono sparite, , sono sparite. Ho la febbre, e non so quel ch'io dica. Talvolta mi trovo in questo stato, ma presto passa. Fra poco starò meglio.

si creda che in noi sia avversione agli argomenti malinconici, alle occasioni di piangere. , vogliamo tremare e lagrimare e gemere, perché tra i tanti diletti poetici sappiamo anche noi che è soavissimo quello della malinconia e del pianto. Ma le lagrime non sono mai figlie dell'orrore e del ribrezzo. Vogliamo anche noi essere percossi dal terrore.

Ella si diceva di non poterlo lasciare in quel modo, sotto l'impressione della brutale rivelazione: era necessario completarla, giustificarsi... No, non giustificarsi; ma parlargli, dirgli tutte le circostanze dell'orrore, non lasciarlo così... Percorreva ora la sua camera, da un capo all'altro; il rumore dei suoi passi si attutiva sul grosso tappeto.

Ne stavano alquanto di mal'animo i suoi antichi colleghi della polizia, a' quali pareva ricadesse anche su loro un po' dell'orrore di quel delitto. Ma il popolo non era eccitato dall'uxoricida.

Una luce violentissima si fece nel mio spirito, a un tratto; e mi si presentò il dramma. Chi mi diede la forza di resistere? Chi mi conservò la ragione? Forse nell'eccesso medesimo del dolore e dell'orrore io trovai il sentimento eroico che mi salvò.

Intanto nella pienezza dell'orrore infuriava sopra le loro teste la procella: ma la rabbia degli elementi scatenati comparisce solenne, degna affatto dell'attenzione di chi osserva; sembrano giganti che non si possano distruggere, i quali sieno venuti nei campi del cielo meno per isfidarsi a morte, che per far prova del proprio vigore; ora prevale questo, ora quello, finchè stanchi della lotta si partono senza vittoria per ritornare quando che loro ne prenda vaghezza a nuovo esperimento: non così della rabbia degli uomini; ogni atto di loro è via di distruzione; piccoli e feroci offrono la immagine di un brulichio di formiche impazzite, intente a divorarsi intorno ad una zolla di terra; la morte, che vi tiene levato un piè sopra, si rimane maravigliando a considerare quanto ferva in questi corpicciuoli il furore di estinguersi senza l'opera sua.

Negli ultimi anni di Alfonso cominciò ad ardere la guerra civile; e questa quasi senza interruzione infuriò per un secolo intero, fino a giungere all'estremo dell'atrocitá e dell'orrore durante il regno burrascoso di Pietro il crudele. In quella miserabile etá pareva che i castigliani non avessero anima che per abborrire, non avessero braccia che per distruggere.

La fila delle suore si rinserrava. Strette l'una all'altra, pallide, palpitanti, gli occhi pieni dell'orrore della scena, esse affisavano sullo spettacolo insolito il loro sguardo impaurito.