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Vincenzo aveva voluto bene a quel parente senza conoscerlo, forse per una certa analogia nei loro caratteri. La sua malattia lo distolse alquanto dai pensieri turbolenti che lo agitavano. Aspettava le nuove dell'infermo con ansiet

Dopo le tenerezze dell'amico, vennero le dimande del medico. Il Collini, simulando di non saper nulla, chiese minutamente quali fossero e in che modo amministrati i rimedi del Mattei, e dopo aver dimenate a dritta ed a manca le labbra ad ogni risposta dell'infermo, aggiunse a mo' di conclusione: Sar

Fra loro, la moglie e la giovinetta figliuola dell'infermo; quella, abbandonata sulle ginocchia, accosciata per la stanchezza del dolore, e col volto bagnato delle lagrime scorrenti; questa, umilmente composta in atto di preghiera, accanto alla candela benedetta che ardeva da un lato, e tutta rassomigliante ad uno di que' serafini che vediamo effigiati ne' quadri dei nostri antichi pittori; bella quantunque pallidissima, spirante in ogni atto una calma rassegnata, un non so che di paradiso.

Aveva trovata una gran febbre, una eccitazione generale dell'organismo, il volto acceso, gli occhi scintillanti, e una tale palpitazione al cuore dell'infermo, da sentire lo scuotimento del viscere senza bisogno di mettergli la mano sul cuore. A questi primi sintomi di una meningite, si aggiunse tosto il delirio, il vaniloquio.

Flògosi! esclamò il padre Prospero. Di grazia, che bestia è? Non fate caso; è una delle nostre parole difficili, con cui si cerca d'ingrossare un pochettino le molestie dell'infermo, e le benemerenze del medico. Dite pure infiammazione; è lo stesso che flògosi. Eravamo ai subacidi; aggiungo le acque sulfureo-saline, quelle di Seltz e di Sedlitz, e segnatamente la dieta. Ah, la dieta?

Vedendo l'Agata alzò le mani e gli occhi al cielo esclamando: Benedetto Iddio!... ecco la Provvidenza!... Agata l'interruppe interrogandola ansiosamente: Come va il povero Beppo? Sempre lo stesso, signora!... sempre la febbre... e i dolori. Ma se vuole consolarlo si mostri sulla porta. Entriamo, entriamo, disse l'Agata, e la povera donna c'introdusse nella stanza dell'infermo.

Eh, ci pensavo infatti, alla ricompensa che ebbe il valoroso don Rodrigo di Bivar dal suo re don Alfonso; disse frate Alessandro, accostandosi al capezzale dell'infermo. Mi astenevo dal parlare, per sentimento di rispetto. Mi permette ora Vostra Eccellenza che io le baci la mano?

Circa quel tempo le lettere di Vicenzino cominciarono a farsi meno verbose, meno sentimentali. Aveva realmente qualche cosa da scrivere all'amico, un'angoscia da confidargli. Suo padre era ammalato. Egli cessò di fantasticare sull'amicizia, per descrivere le sofferenze dell'infermo, la tosse, l'affanno, le veglie; per riferire i giudizi del medico.

Coloro che accompagnavano il Sacramento, si posero ginocchioni in fila, sotto al portone di quella cadente casa, da' due lati d'un andito oscuro; e il prete s'avanzò nel cortile, preceduto dal sagrestano e da un cherico, seguito da quattro o cinque vecchi che portavano i ceri benedetti. Salirono per una stretta ed erta scala di legno alla stanza dell'infermo.

Il resto si prevede, dice Baccelardo, Ahimè, troppo, continua l'abate. La giovinetta passava lunghe ore al governo dell'infermo, il quale, cominciandosi a riavere, raccontava maravigliose storie di terra santa, e la pietosa iliade dei suoi viaggi. Bella, ingenua, vereconda, lo ascoltava quella fanciulla, e sovente versava lagrime di piet