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Erano gruppi di donne vecchie, col fazzoletto sui capelli bianchi: alcune avevano un rosario nelle mani, altre scuotevano il capo paraliticamente affrettandosi verso la soglia, dalla quale sfuggivano fra i vapori dell'incenso le prime voci sonore delle preghiere.

Eh! via!... Non sono più l'adolescente che dava i pruriti del suo corpo snervato al voluttuoso abbraccio della sera, all'odore dell'incenso e delle ostie inzuccherate, quando il mese di Maria veniva a visitarci, nel parlatorio come una donna profumata, più bella che le sorelle dei miei amici!... Fortunati!

Ad un certo punto i fratelloni scesero a basso con stendardi neri, nere croci, cappucci del pari neri, portando torce ed incensori; si collocarono nella cappella su due file, e intonarono i salmi penitenziali. La luce vacillante delle torce, il fumo dell'incenso che saliva in alto, sembravano dar vita e moto agli scheletri; si sarebbe detto che tutte quelle ossa intonassero anch'esse l'In te Domine speravi, od il Beati quorum tecta sunt peccata. Non so se cantassero questo o altro; ma l'anima di gi

Che mai aspettate, così atterrati dallo spavento, con la faccia al suolo nell'ammorbante fetore dell'incenso e dei fiori fradici, in questa navata di cattedrale, arca immonda che non può salvarvi dal diluvio, bestiame cristiano, condurvi al cielo?... Alzatevi! Arrampicatevi fino alle vostre vetrate ancora spalmate di mistica luna, e contemplate lo spettacolo degli spettacoli!...

Tra le armonie dei cantici, tra i profumi dell'incenso, alla molle, bionda luce, che cadeva dai ceri, e che mandavan le lampade, appariva come soffusa di nuova grazia, e di più soavi attrattive la florida bellezza della giovane Sovrana.

Per quanto stenti ad ammettere che le preghiere facciano dei buchi nel cielo, siate benedette! Il profumo dell'incenso piace anche a chi non entra in chiesa. Pazienza! io non sono di quei malati che odiano il chirurgo che li ha fatti soffrire e benedico la mano che mi ha fatto un'amputazione necessaria: ma non so se un animale possa vivere senza cuore.

Ezio quella sera era in vena di cantare e provò a mescolare anche la sua alla voce delle donne e dei ragazzi. Non l'aveva mai fatto in vita sua, nemmeno da bambino le poche volte che la mamma l'aveva condotto in chiesa: più tardi aveva creduto che il cantare in chiesa fosse il teatro dei contadini che mescolano al profumo dell'incenso troppo odore di prossimo selvatico. Ma quella sera i suoi nervi affievoliti furono improvvisamente scossi da una soave piet

Esistono ancora tutte le piazze, tutte le strade fiancheggiate dalle case cadenti ed invase dall'edera; talune, che conservano l'aspetto di palazzi di architettura semigotica, appartennero certo alle famiglie più ricche e più illustri del luogo. Le più curiose a vedersi però sono le chiese; sono ancora in piedi i ruderi di quattro o cinque di esse. Non ho mai veduto rovine più poetiche, e difficile sarebbe voler descrivere quei campanili in parte rovinati, con le loro finestre ad arco oppure tonde, o divise in mezzo da una colonnina, con le loro cornici medioevali ad ornato, tutti guarniti di edera e coperti di fiori variopinti; tutti quegli avanzi di vôlte, di navate, sepolti in un mare di lussureggiante vegetazione. Tutte quelle chiese sono antiche ed appartengono ai secoli XI e XII, se pure non sono di costruzione anteriore perchè il loro stile è quello della semplice forma di basilica. Nelle loro deserte navate ora pregano i fiori ed invece del profumo dell'incenso l'atmosfera è impregnata dall'olezzo delle rose. Sulle pareti, nelle tribune rovinate, qua e l

Pochi momenti dopo, la voce del sindaco e del farmacista risuonava dietro il muro del giardino parrocchiale, in cui dopo la messa, mi ero venuto a sedere per liberarmi alquanto i polmoni dall'afa dell'incenso. Il sindaco diceva: Vado a casa a prendere un libro dove si prova, come due e due fanno quattro, che la terra della carbonaia era del Comune e deve ritornare al Comune.

Il babbo si mostra sempre soddisfatto e orgoglioso della sua Tuccia, e io godo anche di più per due motivi, prima, perchè contento lui, e poi, perchè la gente mi loda, mi esalta e a me è sempre piaciuto il fumo dell'incenso sotto il naso. Il Natale era insomma la festa della mia vanit