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Attilio, chiamato da' compagni di studio l'Antinoo Romano , per la bellezza delle sue forme, amava la Clelia di quell'amore per cui i rischi della vita sono giuochi, il pericolo della morte, una ventura. Antinoo, giovine di celebre bellezza favorito dell'Imperatore Adriano Nella via che dalla Lungara ascende al monte Gianicolo, non lungi dalla fontana di Montorio, era posta la dimora di Clelia.

Successegli Leone III, e pontificò dapprima tranquillamente. E giá poco prima l'altra signoria che sussisteva ancora di nome in Roma, quella dell'imperatore orientale, aveva sofferto un nuovo crollo, uno scandalo non mai veduto. Irene imperatrice, mal cacciata dal marito Costantino, mal cacciò lui, e fecesi imperatrice regnante.

Dietro i cavalli, e dietro l'altra schiera dei personaggi della corte, si stendevano due file lunghissime di guardie dell'Imperatore, vestite di bianco.

Dopo la morte di lui, però, la principessa che aveva subito la solitudine come una punizione prese tosto la risoluzione di recarsi a corte, ove la nuova Tzarina, dopo la morte di Alessandro, le aveva mantenuto il grado di dama d'onore, ed aveva fatto ammettere suo figlio Alessandro come paggio dell'imperatore Nicola. La principessa Paolina voleva condurre con lei anche il figliuolo primogenito.

Dalle mie mani fu versato quel sangue, sul quale adesso sdrucciolando giaccio per sempre; il mio trono grave di una morte nefanda m'è rovinato sul capo, e meco infrange la mia famiglia.... Vedi, e fremi, Frate, ma non fuggirmi in nome di Dio.... vedi in Manfredi l'assassino dell'imperatore Federigo....» «Tu parricida!...»

«Io nepote dell'Imperatore Federigogridò tutto stupefatto Rogiero, e la spada gli cadeva dalla mano tremante. «Ma perchè....» dopo riprendeva a fatica quasi anelando «ma perchè non palesarmelo innanzi? Perchè, invece di sospettare tanto vilmente del Re Manfredi, non manifestargli l'esser mio?

Ma fu danno pessimo e nazionale, quando i mercenari si raccolsero in compagnie grosse, quando esse e lor condottieri furono nuove potenze che s'aggiunsero a tutte quelle giá cosí miseramente moltiplici dell'imperatore e re, del papa, delle cittá, degli antichi e restanti signori feodali, dei nuovi tiranni.

Ebbene, dice, che quelle parole, quel nome d'Adelasia, giunsero all'orecchio del potentissimo sovrano, che volle vedere la donna, il marito e i fanciulli, e..., indovinate un po'...? La donna era la figlia dell'imperatore; l'uomo era Aleramo, che se l'aveva portata via dalla corte molti anni prima!

Percorse per la seconda volta il paese e civettò apertamente intorno al favore delle moltitudini. «I miei migliori amici abitano nelle capanne, non nei palazzi», esclamò agli operai delle strade ferrate della Piccardia; e ricordò la parola dell'imperatore dei plebei: «il mio polso batte all'unisono col vostro!», e lamentò con dolore, che la costituzione gli avesse risecato il diritto di grazia.

Aggiungevasi poi che una tale impresa, comunque fosse andata, sarebbe sempre stata di vantaggio, non mai di danno; giacchè se falliva il primo colpo, si sollecitavano con ciò i soccorsi dell'Imperatore e del papa, i quali parevano tardar troppo a risolversi; se poi la buona volont