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Poi la scena mutava rapidamente: al funereo barlume sottentrava l'incarnato dell'aurora, il paesaggio usciva dal grigio lenzuolo, salendo a poco a poco la gamma dei suoi colori: il giorno usciva dai limbi misteriosi dell'alba. Io aspiravo con volutt

Emilia fu svegliata di buon'ora, come l'aveva preveduto. Il sonno l'aveva ristorata un poco; era stata invasa da sogni penosi, e la più dolce consolazione degl'infelici non aveale menomamente giovato. Aprì la finestra, guardò il bosco, respirò l'aria pura dell'aurora, e si sentì più tranquilla. Tutto il paese spirava quella frescura che sembra apportar la salute.

La duchessa si lasciò cadere sulla dormeuse. La sua immaginazione prese in un istante le ali degli angeli e la condusse, in pochi secondi, a traverso i suoi anni di giovinetta, poi di giovane donna, poi di giovane madre. Il suo passato le formava intorno un pianeta. Passava per la via lattea della sua innocenza e si elevava verso le altitudini cui i primi raggi dell'aurora invermigliano.

I lettori si rammenteranno dell'Aurora boreale che apparve ai venticinque dell'ottobre decorso; la sera appunto del venticinque d'ottobre era l'ultima che, a nostro giudizio, dovevamo passare in Firenze.

«Ahimè! la mia vecchia spada che un tempo levai tra le tresche fiamme dell'Aurora, la mia buona spada è smussata!... Galoppai per trent'anni, e il mio cavallo ormai è arrembato, e sputa i polmoni!... «Che importan le Campane?

La leggera nebbia che velava gli oggetti circostanti dileguossi a poco a poco, e permise ad Emilia di contemplare i progressi del . I riflessi incerti dell'aurora, indorando le punte delle rupi, rivestironle successivamente di vivida luce, mentre la lor base ed il fondo della valle restavan coperti da negro vapore.

Ho sbagliato: dovevo dire la Nonna poesia: quella in cuffia, colla tabacchiera e il mazzo dei tarocchi sul tavolo: è titolata, sfoggia genealogia e stemmi, e nulla fa di bene se non ha le rose dell'aurora, le polite pieghe del peplo, le note della lira, il profumo dell'olimpo: cinguetta coi poeti e i professoroni ufficiali, è pettegola e si liscia.

Il signor di Gaucherin non avea chiuso occhio in tutta la notte. Dopo parecchi giri di valtzer, ballati colle più leggiadre donne di Bordeaux, si era gettato vestito sul letto, convulso e torvo. I suoi occhi stanchi guardavano con ripugnanza il riflesso bianchiccio dell'aurora che penetrava dalla finestra socchiusa. Una folla di pensieri foschi, angosciosi, gli turbava la mente.

Ecco: l'Alba imbianca le dirupate groppe dell'immensa scogliera... Coraggio, buon Walnur, mio fedele corsiero!... presto saremo giunti all'albergo di Satana! Berrai alle fonti di fuoco, ti ciberai dei biondi fieni dell'Aurora e di fasci di raggi fiammeggianti!

Vedete il buon levatore; è desto e lavora, mentre tutti gli altri dormono ancora della grossa. È quella l'ora più felice della casa, senza faccie torbide e coi sorrisi dell'aurora al balcone; ogni cosa si fa presto e bene, quando non ci sono fastidii, inciampi. Chiunque ama il mattino (e tutti i lavoratori lo amano), m'intender