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Chalons ha da essere un soggiorno incantevole; ha strade e piazze pulite, eleganti e con sfarzosi negozii: il suo quai sur la Saône rammenta i nostri lungarni: il fiume è però più bello e più tranquillo dell'Arno: sul far della sera quando arriva Parisièn, il piccolo piroscafo che viene da Lione, disegnando una striscia di fumo sulle limpide plaghe del cielo sereno, si gode una incantevole poesia e troviamo artisticamente superbi i visi sin'allora simpatici semplicemente delle cittadine: Il desiderio di rivedere l'Italia si fa più vivo... a che ci tengono qua, se non ci è più da menare le mani?

L'inondazione del 14 d. C. fece prendere a Tiberio altre misure; egli affidò lo studio della questione ai senatori Ateio Capitone e Lucio Arunzio, e nominò una commissione di cinque senatori da scegliersi ogni anno per la sorveglianza del fiume. Questi si trovarono una volta d'accordo nel disegno di deviare l'acqua della Chiana (che esce dal lago di Chiusi e si gettava anticamente nella Paglia, e con questa nel Tevere) nel letto dell'Arno, ma i fiorentini si opposero, e il Senato rigettò il progetto. Oggi il senatore Francesco Brioschi, uno dei più attivi membri della Commissione per la sistemazione del Tevere, chiama questo la prima idea di un reale rimedio, che l'antichit

Il Poeta incomincia ad invocare le Grazie per cantare un nuovo inno, il quale sia ascoltato, non solo all'ombra de' pioppi lombardi, ma anco presso i sacri colli dell'Arno, ai quali il Carme foscoliano De' Sepolcri, uscito nella primavera di quell'anno, dovea più fortemente tentarlo.

Nella giurisdizione del Capitan Bargello di Brozzi era avvenuto un fatto sinistro. La notte innanzi due famigli perlustravano lungo la sponda dell'Arno, all'aperta campagna. Il fiume era grosso, minacciava di straripare. I famigli avevano tutti e due una lanterna.

Venivano dall'aver commesso un furto in una casa colonica. Le notizie di ciò che era accaduto la notte verso la sponda dell'Arno erano state recate la mattina a Firenze dallo stesso famiglio, che insieme col Carminati aveva affrontato i malviventi.

Così il cantafavole; e il popolaccio, con villano patriottismo, ne secondava l'imprecazione, gridando: Mora Firenze! e viva Pisa volevasi ricordare che il ciurmadore istesso, poco prima o poco dopo, avrebbe in Firenze augurato col rabbioso Ghibellino che la Capraja e la Gorgona chiudessero la foce dell'Arno, sicchè in Pisa annegasse ogni persona.

Neri era una specie di uomo che non dipendeva da nessuno. Tanto esso che la moglie andavano le feste alle funzioni del mattino nella chiesa di San Piero a grado, posta dall'altra parte dell'Arno, e facevano ritorno alla capanna ed al barchetto. Non praticavano nessuno, come nessuno accedeva alla loro dimora, così nascosta nel bosco che anco passandovi dappresso la non poteva scorgersi. Due volte o tre la settimana Neri portavasi alle vicine citt

Emilia comprò un cappello e qualche altro piccolo oggetto indispensabile. I viaggiatori cambiarono i cavalli stanchi con altri migliori, e si rimisero lietamente in cammino al sorger del sole. Dopo qualche ora di viaggio attraverso un paese pittoresco, cominciarono a scendere nella valle dell'Arno.

In que' giorni era capitato a Firenze Carlo Luciano Bonaparte principe di Canino, che, dopo aver messo il maggiore scompiglio in Roma, veniva ad aumentarlo in Toscana; vi erano pure capitati i due Romeo, Gio. Andrea e Pietro Aristeo, i quali avevano diretto l'insurrezione delle Calabrie; e dietro loro e con loro gente d'ogni paese e condizione. La sera de' 5, per festeggiare Garibaldi, fu tenuta una straordinaria adunanza del Circolo del Popolo ; «uno fra i Circoli che in Firenze esercitavano la influenza maggiore e la piú notevole», e che «nato nella sala di una quieta e remota contrada della riva sinistra dell'Arno, divenne ben presto cosí numeroso, e di tanto concorso di uditori affollato, che v'ebbe la necessit

Poche ore dopo la scena di Piazza d'arme e l'incontro dello zio Neri nel suo giovane protetto, questi riposava nella capanna che avevalo veduto nascere sulla riva dell'Arno. Chi può dire la gioia della sua seconda madre? Chi potrebbe numerare gli abbracci ed i baci che si dettero a vicenda egli giovane dalla barba e dai baffi cresputi, essa vecchia grinzosa?