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Corridoi, sale da Capitoli, cappelle interne, cori, celle, erano ingombri di bacheche e di scarabattoli con immagini di cera, in abitini delicatissimi, ornati di drappi a fiocchettini, a frangette, a fiorellini, a foglie, ad erbe, che erano e, a chi li veda anche ora, sono una maraviglia.

M'è occorso ieri (scusate la parentesi) di fare un piccolo viaggio. Eravamo tre uomini, nella carrozza dei fumatori, e ne capitò all'ultim'ora un quarto, un giovinotto bello come il Fauno di Prassitele, che appena entrato s'impossessò del suo sedile e dei due posti che c'erano, accomodandovi le membra per dormire, e puntando i suoi delicatissimi piedi contro il bracciuolo di mezzo. Mezz'ora dopo non gli bastavano più i due posti; alzò una gamba e sconfinò sul mio territorio, posandomi sulle ginocchia una scarpa, che fui costretto a prendere con due delicatissime dita, per ricondurla ne' suoi legittimi confini. Avrebbe egli fatto così, se io fossi stato una graziosa signora? Si sarebbe egli pure accomodato a dormire? Dèi immortali, mi parrebbe gi

Da quelle sue dita maestre uscivano lavori delicatissimi, che il bravo Michele, per mezzo di certe conoscenze, trovava modo di spacciare presso qualche merciaio; e a volte, quando si trattasse d'opere più vistose e più fini, non arrossiva di metterle in lotteria.

I muri sono coperti d'iscrizioni in carattere gotico, frammiste a fogliami e rabeschi delicatissimi.

Lascialo stare Gli risposi io immediatamente, ma conoscendo l'umor delle bestie, fino da quel momento previdi dei guai. Godo dire che i miei amici furono delicatissimi e che per parte nostra non sarebbe nato certamente diverbio di sorta.

La vôlta, arrotondata quasi come la cupola d'un tempio, dipinta a colori delicatissimi e coperta di dorature, a fogliami e rabeschi, sarebbe stata abbagliante, se gli anni non avessero tolto il luccichìo degli ornamenti e sbiadite le tinte. Un magnifico drappo di seta celeste ed argento a fiorami, di tinta cangievole ed a riflessi più chiari, copriva le pareti. I mobili bizzarramente scolpiti.

Non dicoti le antiche giande da tutti lodate e non toccate se non da' porci, anzi parlo di questi miei delicatissimi liquori, ove la vera e dritta via di ben vivere giá molti anni passati mi ricondusse. LIMERNO. Qual immortalitade di animo vi consegui tu per bere o mangiare? MERLINO. Or come potrai tu, grossolano che tu ti sei, vivere senza queste due parti?

Si entra, si attraversano due o tre sale, nelle quali non riman più d'arabo che il soffitto e qualche musaico a piè dei muri, e si riesce in un cortile dove si rimane attoniti dalla meraviglia. Un portico ad archi elegantissimi si stende lungo i quattro lati, sostenuto da colonnine di marmo, unite a due a due; e gli archi e i muri e le finestre e le porte son coperte di sculture, di musaici, di arabeschi intricatissimi e delicatissimi, dove traforati come veli di trina; dove fitti e chiusi come tappeti trapunti; dove sporgenti e penzoli come mazzi e ghirlande di fiori; e fuor che i musaici dai mille colori, ogni cosa è bianco, nitido, luccicante come l'avorio. Ai quattro lati son quattro grandi porte per le quali si entra nelle sale reali. Qui la meraviglia si muta in incanto. Quanto di più ricco, di più vario, di più splendido può sognare la più ardente fantasia nel più ardente dei suoi sogni, si trova in codeste sale. Dal pavimento alla volta, intorno alle porte, lungo gli spigoli delle finestre, negli angoli più appartati, in qualunque parte cada lo sguardo, appare un tal formicolío di ornamenti d'oro e di pietre preziose, una così fitta rete di arabeschi e d'iscrizioni, una così meravigliosa profusione di disegni e di colori, che appena si son fatti venti passi, si è sbalorditi e confusi, e l'occhio erra qua e l