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Scesi nell'Hoog-Straat, era giorno di festa, si vedevano le poche botteghe aperte; ma nemmen quelle poche, mi dissero gli stessi Olandesi, si sarebbero viste non molti anni fa: l'osservanza del precetto religioso, ch'era rigorosissima, si comincia a rilassare. Vidi piuttosto un segno di festa nel vestire della gente, e specialmente degli uomini. Gli uomini, soprattutto delle classi inferiori (e osservai questo anche nelle altre citt

La Passione di N. S. G. Cristo, «poesia dell’Abbate Pietro Metastasio romano», commoveva nella «musica del sig. Giovanni Paisiello, Maestro di cappella napolitano»; i Pellegrini del sepolcro di N. S. «del sig. D. Stefano Benedetto Pallavicini» con quelli «del celebre sig.

Io ebbi la chiave dell'enimma e gli ultimi veli che mi nascondevano l'anima di Ermanno si sollevarono a poco a poco, quando il mio giovane amico, sul finire dell'inverno del 188* intraprese un lungo viaggio attraverso l'Europa. Padrone assoluto di , bramoso di veder nuovi paesi e nuove genti, egli si era lungamente negato il conseguimento del suo desiderio, ponendovi come patto l'acquisto di una soda cultura. Spesso, dopo lunghe giornate di indefesso lavoro nel suo piccolo studio dalle pareti nascoste dietro gli scaffali, al grande tavolo su cui stavano accatastati, a portata di mano, ogni sorta di dizionarii, egli usciva in fretta e correva al porto, lasciando rinfrescar la sua fronte infiammata dalla cogitazione, bevendo a larghe boccate i balsamici effluvii del mare. L

Lorenzo sollecito avea dato innanzi di un passo, e la lama del Montalto, non potendo andare più oltre a cercargli il petto, gli offese con la punta il dosso della mano; e siccome ambedue avevano voluto tirar senza guanto, si vide sulla mano di Lorenzo qualche goccia di sangue. Il mastro di combattimento fu sollecito a fermarli, ed egli coll'Assereto e i due medici si fecero a guardar la ferita.

¹⁷⁰ A giudicare con piena conoscenza in proposito si legga la Descrizione di ciò che operarono le monache del vener. monastero dell’Immacolata Concezione di questa citt

Il giorno che rientrammo qui, dopo tutte le cose tristi che sai e che non sai, Bandino non si teneva dall’impazienza. Sandro il fattore andava innanzi ad aprire gli usci. Non si guardava nulla. Ci s’affrettava. Si riconosceva ogni stanza all’odore, o al pavimento, o all’aria più fredda più calda, o a una soglia, a uno scalino. Quando s’entrò nella Cappella, io andai a gittarmi su la lapide ma Bandino salì subito all’organo. Sentivo sopra di me scricchiolare il legno, ronfare i mantici, gemere i registri; e pure non sapevo se la voce dovesse venire dall’alto o di sotterra, tanta era l’angoscia del mio cuore. Gli attimi parevano eterni. Mi veniva l’ansia di gridare: «Parla! Parla!». Ah, non ti so dire. Certo le dita di mio fratello vacillavano, e il suo petto era senza respiro. Allora fu, d’improvviso, come una lacerazione.... Non era la voce attesa, era un’altra! Anche l’anima dell’organo era sconvolta, sfuggiva, non obbediva più. Singhiozzavo sola su la pietra, e udivo mio fratello singhiozzare contro la tastiera; e non v’era più che quel pianto, l

Ed eran rinchiusi nelle celle della tirannide le nostre eroine, che lasciammo nelle mani della polizia all'Albergo d'Italia. Rinchiuse nelle carceri più recondite dell'ergastolo di Castellamare esse morivano di quella morte lenta, lenta, che appassisce, appassisce sino ad inaridire e troncare l'esistenza più florida e più robusta. Esse furono prive del consorzio e divise ciascuna nella sua cella.

Per effetto di tale tremendo lavoro, innanzi che fosse trascorsa un'ora da che durava il conflitto, si vide manifestarsi l'incendio su due delle navi ducali, l'una del centro e l'altra dell'ala destra.

Povera madonna Catarina Bescapè della piazza del Regisole in Pavia, come impallidivate al paragone! Gi

La mattina del giorno 18 andai a fare un piccolo passeggio verso Porta Orientale, e passai lungo la corsía de' Servi: la sera mi fu detto, non essere io stato riconosciuto da quelli che si trovavano alla bottega di caffè, se non quando la aveva oltrepassata, e che n'ebbero dispiacere, perché riconoscendomi prima m'avrebbero fatto applauso. In quello e nel seguente giorno 19 sempre crebbero i discorsi pubblici, l'incertezza delle cose politiche, l'avversione ai Francesi: lo spirito di partito agitava tutte le menti. Varie persone vennero da me, colle quali io procurava d'insinuare la quiete, assicurandole che il Senato nulla aveva fatto che si opponesse al bene generale e che la risoluzione presa era savia e prudente. Non mancò chi voleva la mia firma ad una carta rivoluzionaria, firma alla quale mi rifiutai, esortando chi la propose che considerasse a quante calamit