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«E tutto faceano per avere Pistoia, della quale forte dubitavano; perocchè la teneano i loro avversari, ed eravi dentro messer Tolosato degli Uberti.»
Gli domandai se aveva fatto pure degli studi così accurati e così pratici per descrivere la vita delle halles, le botteghe di formaggi, il lavoro delle stiratrici, le discussioni del Parlamento, le ribotte degli operai. Necessariamente, rispose. Per descrivere il temporale, mi asciugai parecchie volte tutta l'acqua che Dio ha mandata, osservando Parigi dalle torri di Nôtre Dame.
Il sopravvenuto si accasciò di nuovo sul misero letticello della prigione, e lì seduto, disse a Roberto: Vi racconterò la mia storia.... Io sono meccanico e incisore: e sono stato condannato col nome di ingegnere Amoretti. Pochi mi conoscevano in Napoli, avendo quasi sempre lavorato in Roma per ricchi forestieri, co' quali sopra tutto avevo contatto. Tornai a Napoli, mia patria; e fui pregato incidere alcuni emblemi.... Si trattava degli emblemi d'una setta: e credo si chiamasse de' carbonari.... Mi si fece pur incidere una specie di proclama contro il Re.... Un mio alunno mi tradì; egli era innamorato della mia moglie, donna virtuosissima, e che avea resistito a tutte le sue importunit
Chi diceva che Metilde era una donna molto elegante e gentile; chi lodava la sua intelligenza e coltura; e chi trovava che il lutto andava bene a tutte le donne, ma specialmente alle bionde. Silvio si accorgeva della rispettosa ammirazione degli amici, e ne andava superbo. Aveva gi
Spinello, di Luca Spinelli, messere. Ah, conosco tuo padre di nome, ed anche di veduta. È un uomo per bene. E tu dunque, vuoi diventar pittore? Vediamo, che cos'hai fatto finora? Poca cosa, maestro. Degli schizzi, dei tocchi in penna.... Dal vero? Maisì, maestro, dal vero, ed anche ricordando le cose vedute.
"La vostra stima, la stima degli uomini che vi assomigliano mi basta. Raimondo venne a me ebbro di gioja. Mi fe' leggere la lettera di Clelia, e mi ripetè cento volte che egli era il più felice degli uomini.
Il signor conte, che andava farfalleggiando continuamente dal banco di Malvina al tavolino degli amici, gonfiò a quelle parole lusinghiere. Il signor conte aggiunse il Ferrero, potrebbe anche essere uno dei primi scrittori del giornale, ed anzi il più gradito alla miglior classe di lettori, che è senza dubbio quella delle lettrici. Io? dimandò il contino, che non ci arrivava da sè.
Il maggiore, vecchio e calvo; e veruno degli altri giovine; tutti in gran tenuta: calzoni rossi, tunica azzurra, due bottoniere a curve convergenti dalla punta delle spalle alla cintura; spallini alla francese, di filo d'argento; una placca dorata con la corona borbonica in rilievo, davanti al collaretto dell'abito, e un alto schakò in mano.
Giuliano voleva, dunque, istituire una Chiesa pagana, la quale si plasmasse sugli esempi o, più ancora, sui precetti della Chiesa cristiana. Ma egli voleva anche che fosse indipendente, ed, anzi, al di sopra del potere dello Stato, come appunto voleva essere la Chiesa cristiana, almeno nelle sue manifestazioni di ortodossia atanasiana. Questo era un concetto del tutto nuovo nell’ellenismo. Nel mondo greco-romano, il tempio, il sacerdote erano stati al servizio del potere politico. Ed era ben naturale che ciò fosse, dal momento che la religione era un’istituzione per eccellenza nazionale e politica. Roma voleva il culto degli dei, non gi
«Se non volevi scrivermi d’altra cosa, dovevi però scrivermi di quel nemico degli dei che è Atanasio, tanto più che ti è noto ciò che, gi
Parola Del Giorno