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, e mi mandò una donna che tu conosci, rispose Debbeud, sbirciando di traverso i due uomini. Abd-el-Kerim si scosse e s'alzò come spinto da una molla. Chi è quella donna? chiese egli, avvicinandoglisi. Credo che si chiami Fathma. Ed essa ti mandò da me? È impossibile! Fit Debbeud, quantunque fosse coraggioso, fremette, e si guardò indietro per essere pronto a prendere il largo.

Sta in guardia. Che temi? Ho la mia scimitarra e questo sceicco mi pare che non sia un uomo capace di arrischiare la sua vita contro di me. Può darsi; ad ogni modo ti terrò d'occhio fino alla casupola. Debbeud e l'arabo uscirono.

Ebbene , continuò la greca, fui io a rinchiuderti in questa prigione, ma non ti torturai; fu il bandito Fit Debbeud. Avevo paura che tu mi fuggissi, la gelosia, mi acciecò e ti volli in mia mano prima che nel tuo cuore si spegnesse l'ultima scintilla di amore che ardeva per me.

Nel mezzo di essa, Notis scorse, sdraiato indolentemente su di un mucchio di tappeti di kiki di tessuto di pelo di cammello, Fit Debbeud, il capo o meglio lo sceicco della piccola banda beduina. Era questi un uomo sui trent'anni, di mezzana statura ma di forme vigorose ed elastiche.

Alcuni basci-bozuk si diedero a inseguirli mandando alte grida e agitando freneticamente le loro lancie, ma alcune archibusate li misero in fuga. Bravi, ragazzi! esclamò Fit Debbeud. Sferzate! Sferzate!

Ad un fischio della sentinella un soldato accorse e il bandito fu fatto entrare nel campo e accompagnato verso la tenda dell'arabo. Se tu sai, Abd-el-Kerim, trovasi solo nella sua tenda? chiese Debbeud al soldato che lo precedeva. Credo che sia col capitano Hassarn. Chi è questo capitano? L'amico del tenente Abd-el-Kerim. Il bandito aggrottò la fronte o fece un gesto dispettoso.

Lo sento, rispose Abd-el-Kerim distrattamente. Credo che faremo bene a tenerci sotto le colline per non inghiottire una porzione di sabbia e per non diventare ciechi. Come vuoi. Un lampo rischiarò la pianura e sotto la macchia dove si tenevano imboscati i beduini, brillarono delle armi. Abd-el-Kerim si fermò. Chi si tiene sotto quel macchione? diss'egli. Alcuni basci-bozuk, rispose Fit Debbeud.

Vi si trascinò sotto e raccogliendo tutte le sue forze chiamò aiuto. Udì un nuovo fischio poi una voce, quella del bandito Debbeud, gridare: Ol

Fit Debbeud salì in sella coll'arabo, che stordito dalla percossa non opponeva la più debole resistenza e diede subito il segnale della partenza. I venti mahari eccitati dalla voce e dalle sferzate partirono celeramente dirigendosi verso le foreste del Bahr-el-Abiad, lontane una diecina di miglia.

Fit Debbeud fece legare i mahari in cerchio obbligandoli a inginocchiarsi, pose due uomini di guardia accanto ad essi, e col rimanente della banda si spinse fino nei dintorni del campo egiziano e precisamente dietro ad un macchione d'acacie gommifere, dove potevansi imboscare e saltare addosso ad Abd-el-Kerim appena che fosse vicino.