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Però ti rendo mille grazie, e lodo, lodar quanto può mai potèsta umana, te, dolce mio Iesú; te, fermo chiodo de l'alta fede ch'ogni dubbio spiana; te, dico, che disciolto m'hai quel nodo il qual ci lega e fanne cosa vana; te, sommo autor di tal' e tante cose, che 'l suo tesor per noi suso ascose. Thesaurus coeli quem neque tinea neque erugo demolliuntur.

De Nittis, che doveva ancora prendere il caffè, ne ordinò un'altra tazza per Bice. Oggi, che avevo vacanza all'universit

Ma anche il vario consumo, che si fa de' medesimi metalli, influisce non poco a questa proporzione.

Noi ci allegrammo, e tosto torno` in pianto, che' de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giu`, com'altrui piacque, infin che 'l mar fu sovra noi richiuso>>. Inferno: Canto XXVII

Quivi lo sguardo nel guerrier rivolto Spinse dietro le voci alto sospiro; E Bostange si diè con saldo volto A di lui consolar l'aspro martiro: Quale hai dal fianco sospirar disciolto? E dal tuo mesto cor quai note usciro? Uomo, ch'imbianca guerreggiando il crine, Non sa che de gli assalti è dubbio il fine?

Ché del 1234, fosse o no ad istigazione del papa e de' guelfi, sollevossi primo in Germania Arrigo figliuolo dell'imperatore; e questi v'accorse, e, senza combattere, lo prese e mandò prigione in Puglia, dove poscia morí.

Non i miei lunghi duoli, non de 'l suo cor la pena a la notte serena diceano i rosignoli entro i boschi alti e soli? ROND

Oh, potessi scordar l’alate e rosee Larve del sogno appassionato e stolto De la mia gioventù; Su le rovine de l’amor sepolto Non ridestarmi più! .... Va, sirena, e trionfa.

Cæterum de causis calamitatum nostræ tempestatis librum scripsimus, in quo et inanes, et perniciosas cum vulgi, tum Mathematicorum opiniones eliminavimus. Librum etiam de Divina providentia in quo primum, quid Aristoteles et Averrois decreverint, narravimus: deinde quid nostri ea de re Theologi, et sanctius, et verius sanxerint, nostra quandoque intermiscentes ab eorum dogmatis non abhorrentia.

Dai colli Cari a la Mosa, ove Turenna nacque, Ruïnavano a morte, e facean molli Di strage i campi, e rosse e gonfie l'acque. Pallido, in suo dolor chiuso, mirolli Il Sir de l'armi, ed aspettando tacque; Vide la morte, e con terribil gioia Spronò il destriero, ed esclamò: Si muoia! E s'avventò. Da le sonanti Ardenne Lucifero lo vide.