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Con tutto ciò la dahabiad procedeva sempre a balzelloni, urtando spesso contro le isole sabbiose. Spinta innanzi con tutta velocit

Alcuni Sennaresi ed alcuni Arabi gironzavano ancora o sedevano in mezzo alle vie o a ridosso ai muricciuoli delle capanne, fumando nel scibouk o nei narghilèh. I due ufficiali scesero verso la riva presso la quale galeggiava una dahabiad a sei remi montata da alcuni barcaiuoli.

Tre o quattro di loro si erano messi al cannone e avventavano tremende scariche di mitraglia che spazzavano da un capo all'altro la barca nemica aprendo larghe fessure nei madieri e schiantando le murate. Per dieci minuti gli egiziani si lasciarono moschettare perdendo parecchi di loro, ma a poco a poco la calma si ristabilì a bordo della dahabiad.

Gli si avvicinò sollecitamente: Che abbiamo di nuovo Saba? gli chiese, battendogli sulle spalle. Stavo a vedere quando tu ritornavi, rispose il battelliere. Questa mane venne a bordo un beduino chiedendo di te. Si trova ancora sulla dahabiad quest'uomo? No, ma mi disse che appena tu giungessi ti mandassi da lui. Non ho tempo per recarmi da quell'uomo, disse Ibrahim. Ascoltami ora, Saba.

La dahabiad abbandonata a stessa, senza alberi, senza remi, col timone fracassato e la prua tutta sconquassata e sdruscita, si sbandò sul tribordo crepitando e si allontanò rasentando gl'isolotti e solcando i bassi fondi ingombri di piante acquatiche.

Non hai udito un'ora fa, prima che venissero assaliti, una scarica di fucili? Erano i ribelli che pigliavano a moschettate la dahabiad. Vuoi che gl'insorti si sieno spinti di gi

Guarda una dahabiad che corre su noi! Per la barba di mio padre! esclamò Daùd, saltando verso poppa. Che sia proprio il greco? Si slanciò sul cassero, seguito da Fathma, da Omar e da mezzo equipaggio. A seicento passi da poppa essi scorsero una dahabiad grandissima che saliva il fiume a vele e a remi. Sul ponte vi erano parecchi uomini vestiti di bianco e armati di fucili colla baionetta inastata.

Spaventati, presi dinanzi e alle spalle, i beduini perdettero la testa e si diedero alla fuga per le stanze e precipitandosi dalle finestre si salvarono nelle foreste del Bahr-el-Abiad. Dieci minuti dopo Fathma, Omar, Daùd e i suoi barcaiuoli abbandonavano la villa e s'imbarcavano sui canotti, salendo la corrente del Nilo Bianco. CAPITOLO VI. La Dahabiad di Notis.

S'udì una bestemmia alzarsi sulla dahabiad egiziana e fu visto un uomo aggrapparsi a una corda e sollevarsi sulla prua. Ira di Dio, è lei! esclamò quell'uomo. Sono io, Notis! gli gridò Fathma con inesprimibile accento d'odio. Guardati che ti ammazzo! Ella puntò verso di lui la carabina. Il greco cercò di scendere, ma s'avvide che non era più in tempo. Uccidetela!

Tre uomini al cannone! I barcaiuoli in men che si dica s'impadronirono dei fucili e si sparpagliarono pel ponte e pel cassero nascondendosi dietro a tuttociò che poteva offrire un riparo contro le palle del nemico. Tre di loro, i più abili e i più coraggiosi si gettarono sul cannoncino che fu puntato sulla dahabiad; la miccia venne accesa. Calma e coraggio, disse Daùd.