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Ed ecco un altro esercito più bello, più potente, più glorioso: l'esercito di Roma: i suoi valorosi di Villa Panfili e di Villa Spada, il battaglione dei Reduci, i quattrocento universitari, i trecento doganieri, i trecento emigrati, la sua brava legione del quarantanove; e primi tra i primi l'eroico Luciano Manara, stretto al fianco d'Emilio Dandolo sanguinante, nelle cui braccia rese l'anima; Goffredo Mameli, bello come un dio risorto; Emilio Morosini, l'eroe di diciott'anni, grondante sangue da tre ferite; il prode Dalla Longa, morto salvando il cadavere d'un fratello; e in mezzo alle schiere, piantala in groppa a un puledro, la sua Annita intrepida e amata che frustò i codardi sulla via d'Orvieto, e il suo fido Ugo Bassi, coronato a Bologna dalla morte che ambiva, e il gentile Luigi Montaldi, il gemello del Mameli, crivellato dalle baionette dei vinti del 30 aprile, e il Montanari, e l'Isnardi e il Marocchetti, che accettarono il suo fiero invito sulla piazza del Vaticano, e gli furono compagni in tutte le vicende dell'epica ritirata.

Alcuni fiaschi di Montepulciano e d'Orvieto fincheggiavano le vivande che condite dall'appetito, di cui erano dotati i proscritti dopo una giornata laboriosa, sparivano con una celerit

Ave rex Judeorum, et dabant ei alapam; ave rex Judeorum, et dabant ei alapam. Gio. Villani, lib. 7, cap. 63. Docum. Saba Malaspina, cont., pag. 361, Villani, Giachetto Malespini, e la Cron. della cospirazione nei luoghi citati. Raynald, Ann. ecc. 1282, §. 20. La bolla è data d'Orvieto a 4 giugno 1282. Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282. Post corruptionis amara discrimina, pag. 26 e seg.

Nel fuoco eterno! mi capite, lettori Eterno! eterno! ! ed a cotesti inventori del purgantissimo ritrovato, se voi presentate un zolfanello acceso sotto la punta del naso, essi vi staranno con quell'aria sorridente, con cui si contengono al cospetto d'un fiasco d'Orvieto, ed a lato delle loro amabili Perpetue provatelo e vedrete.

Il dominio della sua poesia sull'arte della pittura durò per tutto il XIV ed il XV secolo, sino a che fiorì la pittura religiosa. Anche Michelangelo, l'ammiratore entusiasta di Dante, si conformò a lui, nello stesso modo come prima di lui vi si era conformato Luca Signorelli nel suo Estremo Giudizio nel Duomo d'Orvieto, che Fra' Angelico aveva cominciato a dipingere.

Le trattative leggonsi in una bolla d'Urbano IV, data d'Orvieto il 26 giugno 1263, che contiene a un di presso le condizioni della bolla di concessione di Clemente IV; se non che il papa domandava o quelle ricche province col censo di due mila once d'oro, o, per tutto il regno, il censo di dieci mila; riserbandosi sempre Benevento. Si contentò poi di dare tutto il regno per once otto mila all'anno. Questa bolla sar

"Entrate, qui nulla manca. Eccovi prosciutto, ricotta, pane ed una foglietta proprio d'Orvieto". Specie di misura romana. "Mangiate, bevete ch'io vi guarderò le spalle da quei malandrini di Roma. Accidenti a quanti sono!". Accidenti, come gi

Un breve di Martino IV a Filippo l'Ardito, d'Orvieto 10 settembre 1283, negli archivi del reame di Francia, J. 714, 5. Il re avea mandato due ambasciatori per sapere se la concessione del regno d'Aragona ad uno de' suoi figliuoli, che allor si trattava, potesse incontrare ostacolo nella rinunzia di Pietro in favor d'Alfonso.

Il Côrso mi venne incontro con un fiaschetto di vino d'Orvieto, e presentandomelo gentilmente, si lasciò scappare queste parole, da cui sar

Quivi, dopo aver fatto sedere gli ospiti, ed essersi lui pure seduto, il militare ruppe il silenzio dicendo: "Beviamo un bicchiere d'Orvieto, compagni, che val più d'una benedizione del Santo Padre, in questa notte d'inverno", e presentava così dicendo un calice del benefico liquore ai due amici. "L'han dunque condotto qui Manlio?" chiese Attilio appena libato il primo sorso.