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La vita d'Innocenzo VIII, Giambattista Cibo, non importa molto il fine del presente lavoro, però che del dominio della Chiesa, che a detta dei moderni dottori per istituzione divina non deve menomarsi mai, poco scisse, pure scisse, chè a Giuliano e a Giovanni della Rovere in mercede simoniaca dell'opera loro per esaltarlo al papato largì terre, e castella, al Savello Monticelli, ad Arragona Pontecorvo, a Parma la Magliana, a Colonna, che di terra possedeva anco troppo, venticinquemila scudi, il figliuolo Franceschetto Cibo investì della contea dell'Anguillara; quanto a moneta poi gliene sbraciava un subisso. Però come Papa onde i tempi nostri derivano, vuolsi tenere breve ma peculiare discorso. Nelle signorie elettive vediamo come gli elettori ad ogni promozione s'indettino, scottati dalla esperienza, a limitare le facolt

Poche sono le cose meritevoli di attenzione in Villeneuve: esiste, nella chiesa dello spedale, la tomba d'Innocenzo VI, monumento gotico in stile di tabernacolo, il quale trovavasi dapprima nella bella Certosa del luogo, ora interamente distrutta. Venne quello ristaurato, e la statua del Papa coricato è nuova. Sulla ripida collina Andaon vi è il forte, S. Andrea, tuttora in buono stato. Vi si accede per una grande porta e sull'altipiano della collina, cinto di mura, si vede una cappella. Di l

La pianeta d'Innocenzo è d'una stoffa turchina, con ricchi e pesanti ricami d'oro, e vi sono tessute figure che rappresentano soggetti del Nuovo Testamento, eseguite con una tale perfezione che si direbbero copie di quadri di Giotto o di frate Angelico da Fiesole, anzichè ad un'epoca anteriore. Assai più rozzo come lavoro è il pesante piviale di Bonifacio, ricamato ad aquile e leoni.

Pochi altri ricordi di quei papi di Anagni rimangono in questa cattedrale. Primi fra questi gli abiti pontificali d'Innocenzo III e di Bonifacio VIII, conservati in un armadio della sagrestia.

I Conti rimasero signori di questo luogo sino al 1575, nel quale anno si estinsero. Giovanni Battista, l'ultimo capo della casa, non lasciò che una figlia, Fulvia, che portò in dote tutti i beni di famiglia agli Sforza. Gli Sforza vendettero Valmontone nel 1634 ai Barberini, e Camillo Pamphili, nipote d'Innocenzo X, lo comperò dal cardinale Francesco Barberini nel 1651. Da allora è rimasto propriet

Dopo di lui l'Albornoz continuò con piú politica e piú fortuna la restaurazione della potenza papale in Roma, nelle Marche, in Romagna, in Toscana stessa, durante tutto il pontificato d'Innocenzo VI e quasi tutto quello d'Urbano V, succedutogli nel 1362.

Seguono negoziati, guerre, paci e congiure ed assassinii per interessi privati, piú che per comuni: una guerra d'Innocenzo contra Ferdinando e fiorentini, ed una pace del 1486; un matrimonio tra una figliuola di Lorenzo de' Medici e Franceschetto Cibo, a' cui posteri rimase quindi il ducato di Massa-Carrara; Gerolamo Riario, pugnalato da tre capitani suoi . La sua vedova seppe conservar il principato a lor figlio; ed ella sposò poi Giovanni de' Medici, detto delle «bande nere», che vedremo ultimo de' condottieri italiani, primo de' fiorentini, e padre a Cosimo granduca.