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Era insolenza quella di Massimo d'Azeglio, quando fin dall'aprile del 1849 scrisse canzonando al suo amico Rendu: «il vostro stato lo chiamate ancora repubblica?».

Vi lasciarono la vita il Maggiore Conte Gentiloni, il colonnello Del Grande, Francesco Maria Canestri; rimasero feriti Massimo d'Azeglio, il Colonnello Enrico Cialdini, il Comandante l'Artiglieria Lentulus, il Maggiore Morelli, il Morigliani, il Minghetti, il Corandeni, capitani, il Beaufort, e il Bandini tenenti.

E giá il signor Predari direttore dell'Enciclopedia, a cui debbo inoltre l'occasione di questo libro, e via via i signori Carlo Promis, Federigo Sclopis, Luigi Cibrario, Roberto e Massimo d'Azeglio, Ricotti e Carena non mi negarono di tali aiuti; i quali io nomino ed a gratitudine ed a vanto, senza speranza di poter a questi aggiugner altri onorati nomi, quando che sia.

Il conte di Cavour sostenne il ministero Ratazzi, il quale, nella condizione terribile cui gli aveva fatta la situazione di quell'epoca di delirio, dovette dichiarare la guerra all'Austria. La rotta di Novara fece cadere il Ministero. D'Azeglio convocò un nuovo Parlamento; e Torino nominò di nuovo il conte di Cavour. La Camera era ministeriale.

Un misto di selvaggio, d'orientale e di medioevale, qualcosa che ricorda la descrizione della sfida di Barletta e il quadro che ad illustrazione ne fece lo stesso d'Azeglio. Scene grandiose che volendole descrivere portano confusione, ma che lasciano un'impressione indelebile.

D'Azeglio ne compose uno a nuovo, il quale non potè vivere a causa delle dissensioni sopravenute tra il Piemonte e Roma. D'Azeglio consigliò al re di nominar capo del Governo il conte di Cavour, il quale si era recato al Congresso economico di Bruxelles.

Scrive nelle Riviste. Suo stile. Ritorna in Piemonte. Il Risorgimento. Il conte di Cavour deputato. Sue evoluzioni parlamentari. Ministro. Motto del re al signor d'Azeglio. Cavour al congresso di Parigi. Dopo la pace di Villafranca. Carattere e genio di quest'uomo di Stato. Cavour oratore. La sua tenuta nel Parlamento. Dopo la sua morte. Torino, 1 maggio 1861.

Ad ogni modo, per molti mesi dopo la pubblicazione del Carme In morte dell'Imbonati, il Manzoni non iscrisse più versi; gli valse "il dolce sprone" materno a toglierlo da quella specie di letargia. Quale fu dunque l'occasione, o, per dirla con Massimo d'Azeglio, la tentazione tentante che mosse il giovine Poeta, nell'anno seguente, a comporre il nuovo poemetto Urania?

Cavour divenne capo del centro destro; Ratazzi del centro sinistro. E d'allora la divergenza fra questi due uomini di Stato divenne ancora più pronunziata. Nondimeno, il conte di Cavour si oppose altrettanto, e forse più alla destra che alla sinistra. D'Azeglio lo vedeva innalzarsi e spuntar all'orizzonte come ministro.

Prima d'andare a rinchiudersi, Vincenzo pensò a provvedersi di libri, per isfogare colla lettura, la passione che gli ferveva nel cuore. Comperò i romanzi di Guerrazzi, di Massimo d'Azeglio, di Tommaso Grossi, e li lesse e rilesse con l'avidit