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Il generale Monesi parte sotto una pioggia dirotta, mentre si straccia il nebbione agitato e dilaniato dal vento che sale da Val D'Astico inesauribile caldaia di nebbie. I nostri 75 campagna non tacciono mai e i loro proiettili hanno dei rumori di siluri sull'acqua. Ptoo!... fisssss Pto! Pto! Pto! fiiiiii Ptoo! Ptoo! Ptoo! fiiiii

Tutto lo schieramento di batterie che dal forte Corbin lungo Val D'Astico gira la cima Ardé e seguendo la cresta di Sculazzon in Val D'Assa raggiunge gli Inglesi a Cesuna, con le sue 200 bombarde, e le mitragliatrici e i fucili della brigata Casale, è pronto all'urto che si prevede furibondo, decisivo.

Molti colpi sono caduti su Piovene e su Schio. L'offensiva austriaca è generale dal Val D'Astico fino al mare; con fluttuazioni la linea nostra resiste poderosamente. Sento nell'aria la sicurezza della vittoria.

La sera del primo giugno 1918 nella baracca dei bombardieri piantata spavaldamente a sghimbescio sopra una cresta montana di Val d'Astico, si mangiava e beveva allegramente. Le lunghe lunghe forchette rosse del tramonto s'intrecciavano con le nostre, arrotolando gli spaghetti sanguigni e fumanti. Una ventina di ufficiali, tenenti, capitani, colonnello Squilloni giocondo e pettoruto a capo-tavola.

Il mio capitano si è munito di due lampadine elettriche. Dopo avere seguito per 10 minuti un tortuoso camminamento sotto il cielo sibilante e lampeggiatissimo giungiamo ad un vero pozzo di miniera. Curvi ci inoculiamo in una galleria tutta stillante su un terreno sempre più sdrucciolevole. Il pozzo scende nella spina dorsale di un costone fortificato. Riconosco ormai il cammino che ci deve condurre alla famosa Dama al Balcone. Infatti dieci passi dopo sbocchiamo nel fulgore sfarzoso di centomila feste da ballo riunite. Sono i centomilioni di candele del massimo proiettore che sorveglia le posizioni Austriache in Val D'Astico. Pausa abbacinante. Poi sentiamo la danza furibonda e il ta-ta-ta-ta-t