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Ma ciò non infirma punto il general criterio di conservazione al quale, come piú sopra dissi, mi sono, nel maggior numero dei casi, rigorosamente attenuto. Annotazioni di M. Alessandro Piccolomini, nel Libro della Poetica d'Aristotele; con la traduttione del medesimo Libro, in Lingua Volgare. Con privilegio.

Insomma, per questa parte, io ho creduto di dovere essere, quanto piú mi fosse possibile, conservatore: conservatore, dico, dell'anarchia. Annotazioni di M. Alessandro Piccolomini, nel Libro della Poetica d'Aristotele; con la traduttione del medesimo Libro, in Lingua Volgare. Con privilegio. Ciò non di meno, qualche modificazione o correzione è stata pur necessaria.

Il Piccolomini, infatti, dichiara nelle sue Annotazioni alla Poetica d'Aristotele di avere «interposto», nell'Amor costante e nell'Alessandro, «qualche scena in lingua spagnuola italianata, accioché manco paresse straniera» . Il quale italianizzamento dello spagnuolo, oltre che giovare a render piú intelligibile il discorso, era anche naturalmente suggerito dalla realtá; come possiam rilevare dalla seguente preziosa testimonianza del Bandello: «E queste parole ella disse mezze spagnuole e mezze italiane, parlando come costumano gli oltramontani quando vogliono parlar italiano» . Ciò spiega, non pur le oscillazioni ortografiche di cui ho discorso fin ora, ma anche la presenza di scorrette forme grammaticali; che sarebbe, evidentemente, errore il voler correggere.

Dunque, siccome di quelle cose delle quali una stessa quantitá per lo piú si conserva nel mondo, come le terre, gli edifizi e cent'altre, il prezzo si cangia secondo che nel mondo maggiore quantitá di moneta spendibile si trova in commercio; cosí, dato che si conservi la stessa quantitá di moneta in commercio, vagliono le cose piú e meno secondo la loro raritá ed il disiderio che hanno gli uomini: dal che tanto piú resta manifesto che la moneta ed i disidèri si misurano reciprocamente insieme, ed ambidue sono misura universale di tutte le cose contrattabili, conforme all'opinione d'Aristotele che di sopra citammo.

Il Piccolomini, infatti, dichiara nelle sue Annotazioni alla Poetica d'Aristotele di avere «interposto», nell'Amor costante e nell'Alessandro, «qualche scena in lingua spagnuola italianata, accioché manco paresse straniera» . Il quale italianizzamento dello spagnuolo, oltre che giovare a render piú intelligibile il discorso, era anche naturalmente suggerito dalla realtá; come possiam rilevare dalla seguente preziosa testimonianza del Bandello: «E queste parole ella disse mezze spagnuole e mezze italiane, parlando come costumano gli oltramontani quando vogliono parlar italiano» . Ciò spiega, non pur le oscillazioni ortografiche di cui ho discorso fin ora, ma anche la presenza di scorrette forme grammaticali; che sarebbe, evidentemente, errore il voler correggere.

Insomma, per questa parte, io ho creduto di dovere essere, quanto piú mi fosse possibile, conservatore: conservatore, dico, dell'anarchia. Annotazioni di M. Alessandro Piccolomini, nel Libro della Poetica d'Aristotele; con la traduttione del medesimo Libro, in Lingua Volgare. Con privilegio. Ciò non di meno, qualche modificazione o correzione è stata pur necessaria.