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Alla masseria per Cristo! l'aspettavano i compagni: manderebbe Mamala ad avvertire que' di Mezzoiuso, D'Aquila que' di Prizzi, Di Marco que' di Lercara, egli e Savona andrebbero a Granza, a trovar Valvo.... L'assalto di S. Giovanni farebbe epoca.

I più ricchi? Li ammirerete fra poco: vedrete nella sala dei carboncini, un diamante della grossezza di un uovo d'aquila, che è reputato da noi il più prezioso di quanti sieno sulla terra. Io non potei contenere a questa notizia un sorriso di compiacenza che non isfuggì all'occhio penetrante del mio degno ministro dai denti neri.

Mentre ero al Castellaccio c'era un certo Santo Sterpone, nato a Luccoli, della provincia d'Aquila. Era stato condannato a venti anni, come omicida, per due false deposizioni. In galera non poteva darsi pace. Diceva a tutti che era innocente e agli intimi che non sarebbe molto tranquillo se non dopo avere scannati quei due cani. Noi lo lasciavamo sfogare e ridevamo dei suoi sogni di vendetta.

Sire! non avete mai cacciato uno sguardo, uno di quegli sguardi d'aquila che rivelano un mondo, su questa Italia, bella del sorriso della natura, incoronata da venti secoli di memorie sublimi, patria del genio, potente per mezzi infiniti, ai quali non manca che unione, ricinta di tali difese che un forte volere e pochi petti animosi basterebbero a proteggerla dall'insulto straniero?

Per Mesi Cruciano, e Salpietra Pietro, come sopra, e sino all'ottava quistione. A maggioranza . In tutte le altre, inclusa la sesta, come sopra. A maggioranza no. Per D'Aquila Luciano, Sambra Giuseppe, Maral

Di Montemaggiore risposero: Biagio Valvo, Carmelo Lo Cicero, Cruciano Mesi, Pietro Salpietra, Angelo Mazzarese, Antonino Berretta. Di Prizzi: Luciano D'Aquila, Paolo e Filippo Gaucitano, Raimondo Sarese, Francesco Maral

Sfogliamo le cronache segrete: Perchè l'Y un anno è ammalato di nervi, un altro di stomaco, un altro di gambe, e va un anno all'Oropa, un altro anno a Santa Caterina, un altro al mare? Perchè? Perchè all'Oropa, a Santa Caterina, al mare è andata la X. Indaghiamo questa X. Veste sempre all'inglese, ha il parasole-alpenstok, predilige la penna d'aquila nel cappellino. Ed è ammalata?... Di cuore!...

È il monte Velino, che divide il territorio d'Aquila da quello di Alba; alla sua base giace il campo di battaglia di Corradino, e più sotto il lago Fucino. A questo punto fui deluso nella mia aspettativa. Mi aspettavo uno specchio d'acqua scintillante ed azzurro, e vidi un lago oscuro per l'ombra del cielo e dei monti, di un grigio-plumbeo confuso.

Egli aveva l'energia che mancava a me; e quello sguardo d'aquila che penetra nell'anima. Con questo mi conosceva; con quella mi dominava.

Ma i nasi, non ci era verso, avevano voluto rimaner tal quali, ed io dico che di nasi più in antitesi non mi toccò mai di vederne in vita; quello del marito, incurvato a becco d'aquila, come un curioso che guarda a tutto ciò che entra in bocca, quello della signora Concetta, rivolto in su, come un prudente che si tira indietro quanto può per non dar soggezione ai buoni bocconi.