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Interrogato se avesse motivi di rancore personale contro una o tutte le sue vittime ed invitato a dare spiegazioni intorno alle parole profferite nel giorno del tumulto popolare contro l'autocrate d'Antibo, parole che per l'indulgenza eccessiva del colonnello gli avevan fruttato un solo mese di arresti di rigore, rispose: «Pronunziai quelle parole perchè indegnato dall'assassinio del povero Coppa di oro.

Si apparecchiò la caccia nella macchia di Valquerciame, bosco famoso, a non molti chilometri da Scaricabarili. Re Zuccone, vecchio e podagroso, non seguiva più le cacce da qualche lustro ed aveva preferito sempre una buona mensa a questi divertimenti faticosi, e la selvaggina e la cacciagione in tavola alle fiere nelle selve. La Principessa invitata, avrebbe voluto, ma non ardì scusarsi; e promise di trovarsi al convegno, con pochi gentiluomini ed alquante gentildonne di Corte. Il monarca d'Introibo, il despota di Exibo e l'autocrate d'Antibo partirono nottetempo dalla citt

Fecero alla morra chi dovesse cominciare: «Questo è giuoco da facchini, bifolchi e guardaporci», dice Giordano Bruno. Toccò a gettare i dadi per primo a Don Melchiorre, in secondo luogo a Re Baldassarre, in terzo all'autocrate d'Antibo. Il timido zoppo agitò per un bel pezzo i dadi nel cornetto, e finalmente li rovesciò pian pianino sul tavolo: fece tre e due.

Ma l'autocrate d'Antibo aveva capito, lui, che i propositi di Sennacheribbo eran di quelli che non possono scollarsi comechessia: nunquam dimoveas.

Le Eccellenze della Guerra e degli Interni, che parteggiavano per l'autocrate d'Antibo, applaudirono e disser: «Brava!». Le Eccellenze degli Esteri e della Grazia e Giustizia, che tenevano pel monarca d'Introibo, sclamarono: «Evviva!». Gli Eccellentissimi delle Finanze e dei Lavori pubblici, fautori del despota d'Exibo, soggiunsero: «Ottimamente!». Ed i capi de' Dicasteri dell'Istruzion Pubblica, di Agricoltura, e Commercio e della Marina, i quali non si erano addetti ancor definitivamente ad alcun proco, riserbandosi la parte più lucrosa dell'arbitro, conchiusero: «A meraviglia!».

Mentre l'oste e l'ostessa tagliavano il collo a galline e piccioni e scendevano in cantina a prender del migliore, ancora tutt'assonnati, come quelli, che eran stati desti in sul meglio del dormire, e trasognati, come quelli, che per la prima volta albergavano de' Re, l'autocrate d'Antibo disse a' compagni d'iniquit

«Ne ritroveremo le orme, le vestigia; prenderemo lingua, c'informeremo, cammin facendo. Non si tratta mica d'una brigatella, che possa passare inavvertita affatto». «Que' ladroni galoppavano verso i confini d'Antibo.

Il Procurator generale avrebbe voluto procedere. Ma l'autocrate d'Antibo, alle prime rimostranze fattegli fare officiosamente da Re Zuccone, rispose: «Essere Re, non esser sindacabile se non da Dio, per la propria condotta verso alcun suo suddito. Non potersi sottoporre ad alcun Tribunale scaricabarilese in virtù del principio d'estraterritoralit

Ma, se questi duo proci venivan disprezzati e dal popolo e dalla Principessa, l'autocrate d'Antibo seppe farsi abominare; ed avrebbe appreso ad esecrare il nome di Re alla più monarchica nazione.

La Principessa ringraziò cortesemente, senza sgrammaticare: pregò tutti di sedere, e poi narrò per disteso la sua avventura e quanto avea sofferto; e la violenza e gl'insulti e il ratto e l'affannamento e la corsa sfrenata e la partita a dadi e le minacce dell'autocrate d'Antibo, alla imbavagliata e la mano alzata per ricaderle sulla guancia... Tutti fremevano.