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Finito! risposi. Sorridemmo ambedue; ma la parola aveva un senso largo d'angoscia. Non v'erano tra noi se non queste allusioni; perchè così fresco era il ricordo di gaudî e di sogni, che l'aria ne pareva piena e ospite la casa; quella casa la quale, nel medesimo tempo, vicino ai ricordi conservava tutta la storia delle modificazioni sopravvenute a sfatare i gaudî e a corrompere i sogni.

È allor ch'io medito dei melanconici Miei versi il flebile metro!... Di lagrime Un vel m'intorbida l'occhio languente; Allor, dolente D'inconsapevoli mali, di squallidi Giorni d'angoscia sento il presagio; Ricordo i rantoli dei moribondi, Penso ai profondi Misteri, ed évoco mille fantasimi Torvi, ed enumero tutte le noje, Tutte le ambascie, tutti i sospiri, Tutti i deliri,

Roberta ammirava il romanticismo di quel colloquio, dell'amore che a quel colloquio aveva concluso; e comprendendo che le vicissitudini del dramma dovevano essere state per la giovane altrettante ore di dubbio, d'angoscia, forse di rammarichi, la fanciulla fu tutta nuova intorno a lei... È strano, osservò Emilia, un di quei giorni, a Cesare. In mia sorella non trovate nulla di mutato?

Bertini si fermò, si tolse il cappello passandosi la destra sulla fronte, se lo ripose in capo con un gesto brusco, poi disse: No, Domenico; non sono venuto per te.... Sono venuto da te perchè non posso sentirmi solo, in quest'ora d'angoscia; perchè ho bisogno di udire una voce fraterna, di appoggiarmi ad un braccio sicuro....

E quella partenza diss'io quanto male m'ha fatto! Non ne parlare! rispose Violet sotto voce, ma con un impeto d'angoscia. Non parlar mai più del male che t'ho fatto! Camminammo in silenzio fino a casa. Appena passata la soglia Violet mi accostò le labbra all'orecchio, mi bisbigliò con voce lenta, grave di passione: Voglio essere amata col cuore, sai, non colla fantasia.

Un velo d'angoscia era calato repentinamente sul viso della ragazza e le aveva dato un'espressione di tanto dolore, che Berto dovette confessarsi d'essere stato villano e maligno. Come canta bene quella nanerottola! disse, accennando del capo alla prima donna, con la speranza di sviare il discorso. Ma Loredana non rispose.

Con un gesto appassionato, Ermanno le aveva preso una mano. Egli la stringeva con la stessa forza del naufrago che s'afferra ad una tavola, in mezzo al mare. Non era ella la sola amica, la sorella di Massimiliana? Era una sorella anche per lui; per la prima, si era a lei confidato... Egli non pensava più alla stranezza della situazione, non sapeva più come aveva trovata la risoluzione necessaria a parlare; o meglio, lo sapeva fin troppo, nel pericolo ancora soprastantegli di perdere Massimiliana... Egli sapeva però che bisognava uscire da quel limbo d'angoscia, e che per uscire da quel limbo un soccorso impensato gli s'offeriva... «Oh! signora contessa... lei che le vuol bene come una sorella, vorr

Invano le rondini la salutavano nel passare. Invano i passeri la chiamavano a nome dalle grondaie, invano l'usignuolo esauriva il suo repertorio d'ariette; le frondi, il venticello, gl'insetti le parlavano all'orecchio invano. E passavano i giorni, tristamente monotoni, lunghi, pieni d'angoscia senza nome.

Notai di nuovo l'andatura incerta e greve della donna; osservandola bene, io la vedevo adesso veramente curva, e il sentimento d'angoscia mi riprese, fugò qualunque altro pensiero. Presso l'uscita dei giardini, mormorò: Te beato, che dopo un anno puoi ancora intraprendere un viaggio di nozze! Con quale sarcastica inflessione avrebbe ella pronunciate quelle parole, pochi mesi addietro!

"Oh, vi prego d'avermi per iscusata!" sclamò con voce d'angoscia, e cominciò a raccattarli con molta sollecitudine, perchè piena dell'idea de' pesciolini dorati caduti dal globo, pensava che dovea prontamente raccoglierli e rimetterli nel palchetto de' giurati, se no sarebbero morti.