United States or Switzerland ? Vote for the TOP Country of the Week !


Giovanni di Procida, per amor della patria e vendetta privata, si propone di toglier la Sicilia a Carlo d'Angiò; l'offre a Pietro re d'Aragona, che vantava su quella i dritti della moglie; cospira con Pietro, col papa, con l'imperatore di Costantinopoli, coi baroni siciliani: quando è in punto ogni cosa, i congiurati danno il segno; uccidono i Francesi; esaltan Pietro al trono di Sicilia.

Quelle vecchie cartacce di famiglia, se don Alessio l'avesse dissotterrate, avrebbero provato chiaramente che a S. Giovanni s'ingannavano di grosso a crederlo un villano rifatto. Ma o che non gli importasse di quella credenza, o ch'avesse svolte un tempo quelle pergamene e chi sa per quale diavoleria l'aveva prese, scritte com'erano in latino, o che n'ignorasse l'esistenza, fatto sta esse dormivano in fondo ad una cassapanca di querce annerita dal fumo e dagli anni, che giaceva impolverata nella soffitta con gli altri mobili rotti. Si chiamava Berlingheri, non Berlingrieri come pronunziavano nel paese, e discendeva da uno dei tanti rami dell'antica casa di Tolosa, così celebre nella storia. Chi sa quante peripezie dovette subire attraverso i secoli quella famiglia (venuta nel reame di Napoli con Carlo d'Angiò) prima di ridursi in Sicilia; chi sa per quali vicende i membri di essa si videro costretti a scingere la spada, e a impugnare o zappa o lesina o martello; a seconda dell'inclinazione d'ognuno, e dell'opportunit

Il medesimo documento mi ha fornito un altro fatto nel cap. VII; ch'è accresciuto ancora dalla lettera di Carlo d'Angiò, che diè contezza dalla rivoluzione a Filippo l'Ardito, e gli domandò soccorso; senza accennare il menomo sospetto di Pietro d'Aragona o d'alcuna congiura, e senza punto ingannarsi su le difficolt

Discorso a lungo della concessione precedente a Edmondo d'Inghilterra, la quale si replica esser nulla, per le non adempiute condizioni, e per la mancanza di un atto in buona forma; il regno di Sicilia, con tutta la terra tra lo stretto e i confini dello stato della Chiesa, è dato a Carlo d'Angiò, che prima della festa prossima di san Pietro, vada a Roma per l'investitura, mentre il cardinale delegato a questo negozio in Francia gli darebbe un sussidio sulla decima delle chiese, e predicherebbe la croce contro Manfredi.

La cometa apparve di agosto, e Urbano IV moriva di novembre.» «Ma la cometa non per anche scomparve. Credilo, Gismonda; un gran Re deve morire, e Carlo d'Angiò è Conte di Provenza soltanto

E fu uno scoppio universale di risa, un nembo d'arguzie, una gazzarra di festosi motteggi, quando venne fuori, da quelle pagine ingiallite dal tempo e rose dai tarli, la vera storia di Percivalle Doria, trovatore di Carlo d'Angiò, poco dianzi svisata, anzi rifatta di pianta, dall'amico di Aloise.

Nacque quest'uomo nel 1220 da Luigi VIII, e da Bianca di Castiglia; come figlio di Francia ebbe in sorte la Contea d'Angiò, e la signoria di Folcacchieri; come sposo di Beatrice, la Provenza, la Linguadoca, e parte del Piemonte. Quale fosse di persona e di costume troviamo con molto bel garbo narrato da uno Storico del medesimo secoloche abbiamo preso per guida di questo Capitolo: savio, magnanimo, di alti intendimenti, e severo, sicuro nelle avversit

Buio d'inferno: non lémbo di nuvola illuminato dalla luna, non tremolare di stella; diresti che il firmamento sia morto, e il fiotto del mare ne lamenti la estinzione. La galera di Carlo d'Angiò percorre trabalzata dalla traversia senza direzione sopra la superficie delle acque, di flutto in flutto, dentro una tenebra spaventosa, come corpo lanciato per lo abisso dello spazio. Da per tutto sgomento: Carlo geme abbattuto quanto il più tristo che sia su la galera, perchè la vita è ugualmente cara a cui porta scettro e a cui maneggia il remo, forse corre tra essi altra diversit

Ciascuno di quei viaggiatori ebbe la propria impressione storica. Al Francese parve di respirar un'aria tutta pregna di effluvi merovingi. Alla zitellona sembrò di calpestar la polvere dei seguaci dell'interessante giovinetto svevo, venuto a morire in Italia sotto la mannaia di Carlo d'Angiò. Gli Inglesi credettero sentir un bisbiglio di voci dei guerrieri di Riccardo Cuor di Leone.

Il quale, poichè Alfonso si partì da lui, sentendo la mortal forza del morbo, lasciar volle solenne discolpa della guerra contro il papa, come Carlo d'Angiò fatto avea in punto di morte per la guerra suscitata dal papa.